Le case giapponesi hanno sempre messo in mostra una grande capacità di innovare e sviluppare progetti diversi dagli altri. C’è un problema.
Il mondo dei motori non trova un punto di incontro sulla strada da seguire in chiave futura. L’obiettivo comune è quello di ridurre le emissioni di CO2, in modo da garantire una mobilità che possa essere più pulita, ma è il come arrivarci a dividere costruttori e paesi. La maggioranza punta sull’elettrico, che per il momento non sta dando i risultati sperati, se non in Cina, l’unica nazione che, sin qui, è stata in grado di costruire un vero e proprio business sui veicoli ad emissioni zero.
L’Europa punta a far circolare solo veicoli elettrici ed ibridi dal 2035 in poi, cancellando i tradizionali modelli a combustione interna, ma non è un’impresa da poco viste le scarse vendite. Dal canto suo, il Giappone viaggia unito sulla rotta dei carburanti sintetici, di cui tanto si è parlato anche dalle nostre parti, con l’Italia in prima linea nel loro sostegno. In particolare, Mazda, Toyota, Suzuki, Subaru e Daihatsu vogliono insistere su questa strada, e puntano sui motori a combustione spinti da carburanti sintetici, in modo da ridurre le emissioni inquinanti.
Giappone, la scelta dei carburanti sintetici e l’intoppo all’orizzonte
All’Expo di Osaka del 2025, le cinque case nipponiche presenteranno alcune soluzioni utili per dimostrare la bontà dei carburanti sintetici, con gli spettatori che verranno fatti salire a bordo di modelli già sul mercato che possono essere spinti da una miscela composta da benzina e carburanti sintetici. Dunque, le case giapponesi vogliono dimostrare che una mobilità più pulita si può raggiungere anche con i motori termici, senza doverli sacrificare a favore dell’elettrico. Come anticipato, tuttavia, c’è una problematica da risolvere, come sottolineato dal sito web “Autoappassionati.it“, che in tal senso ha segnalato uno scoglio non da poco.

Ed infatti, per spingere sui carburanti sintetici serve un supporto normativo ed incentivi economici, un vero supporto istituzionale per fare breve. In particolar modo, i costi al litro dei carburanti sintetici risultano essere troppo elevati per sfidare sia quelli tradizionali che l’energia elettrica utile per spingere i veicoli a batteria. Tuttavia, le case giapponesi hanno mandato un segnale forte ed intendono proseguire sulla loro strada. L’elettrico non è l’unica soluzione e non c’è la necessità di imporre una strada unitaria da seguire, ma ognuno può spingere verso ciò che ritiene giusto.