La sanatoria che determina la regolarità d’ufficio degli autovelox non omologati rappresenta una svolta epocale.
Il decreto del ministero delle Infrastrutture di marzo 2025 ha stabilito che tutti gli apparecchi sono omologati d’ufficio. Il Codice della Strada, all’articolo 142 comma 6, afferma che servono per forza autovelox omologati. Il ministero dei trasporto, Matteo Salvini, ha passato alla Commissione Europea il “Decreto ministeriale per l’omologazione del prototipo, la taratura e le verifiche periodiche di funzionalità dei dispositivi e sistemi per l’accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità”.
Cosa avviene per chi ha pagato i verbali? Il condono riguarda 12 modelli di autovelox su 100 in totale, approvati ma senza omologazione. A quanto pare, gli automobilisti hanno pagato i verbali per 30 anni e i soldi sono andati persi. Da luglio 2025 sono previste nuove regole per l’utilizzo degli apparecchi. Il provvedimento omologa d’ufficio gli autovelox approvati dal 13 giugno 2017.
Condono multe, cosa dice il decreto
Il decreto afferma che c’è “la necessità di intervenire, nell’ottica di superare le criticità interpretative e applicative derivanti dalle pronunce oscillanti dei giudizi di merito e di legittimità”. Secondo il ministero, 12 autovelox su 100 risulterebbero omologati perché corrispondenti ai requisiti del decreto ministeriale 282/2017. D’ora in avanti qualsiasi multa data da apparecchi approvati ma non omologati secondo le nuove regole sarà dichiarata nulla da Prefetti (con ricorso entro 60 giorni) e Giudici di Pace (con ricorso entro 30 giorni). Le strette del nuovo Codice della Strada sono numerose.

Chi ha pagato non potrà, però, più recuperare i soldi. Su Motorisumotori.it è emerso che Giorgio Marcon del Centro tutela legale non ha nessuna intenzione di arrendersi. “Il decreto Salvini che applica un’omologazione d’ufficio non può sostituirsi alla legge, essendo minoritario. Inoltre, manca il decreto di ammissione Prima metrologica legale in capo per legge al ministero delle Imprese. Chi ha pagato le multe da autovelox in passato potrebbe attivarsi con un’azione civilistica per prelievo improprio con strumenti in difformità di legge utilizzati su strade non a norma. O depositare una denuncia penale per truffa basata su una falsità ideologica (articolo 61 comma 2 del Codice Penale): ‘L’aver commesso il reato per eseguirne od occultarne un altro, ovvero per conseguire o assicurare a sé o ad altri il prodotto o il profitto o il prezzo ovvero la impunità di un altro reato’”. In base a quanto affermato dal ministero i Comuni sarebbero, perfettamente, in regola.