Malgrado sia ancora sotto contratto con la Mercedes, Hamilton parla già da ferrarista. Da Miami fa un promessa ai tifosi.
Visto che il presente fa male, Lewis Hamilton preferisce pensare al domani, ovvero a cosa succederà a partire da fine dicembre prossimo. Attualmente nono della generale piloti con appena 27 punti contro i 136 del leader Max Verstappen, e dieci in meno del suo compagno di squadra George Russell, il sette volte iridato ha in mente un solo risultato, quella vittoria a cui un tempo era avvezzo e che ora pare tanto lontana. Addirittura per trovare l’ultima bisogna riavvolgere il nastro a quattro campionati fa, precisamente al GP di Arabia Saudita.
Per la terza stagione consecutiva la Mercedes sta faticando e malgrado qualche spiraglio di luce qua e là non sia mancato, a sei appuntamenti archiviati non si è mai vista in top 3. Una delusione troppo cocente per un pilota abituato a dominare, che lo ha portato a disinteressarsi del politicamente corretto verso l’attuale datore di lavoro, tanto da proclamare platealmente durante la conferenza stampa alla vigilia del GP di Miami il proprio endorsement per un eventuale ingaggio da parte della Ferrari, sua prossima meta, di un genio del design come Adrian Newey.
E sempre della Rossa il britannico ha parlato a fine settimana ultimato, quasi fosse già uno del gruppo. La realtà è che il 39enne non ha mai superato i fatti di Abu Dhabi 2021, quando si era illuso di poter entrare definitivamente nella storia dello sport, salvo poi scontrarsi con una FIA che, scientemente o no, con quello strano modo di gestire la safety car entrata in pista per l’incidente di Latifi, finì per influenzare definitivamente l’esito della corsa e del Mondiale.
Lo spirito di rivincita è dunque la motivazione trainante che lo ha portato alla separazione dopo una carriera trascorsa all’insegna della Stella, nella speranza che la strada nuova porti all’esito sperato. “Voglio vincere l’ottavo titolo o almeno lottare per portarlo a casa. Le ultime annate non potevano andare peggio ed è stata dura. Ora è giunto il momento di tornare dove mi si confà“, ha confessato all’emittente CBS, non celando una certa stanchezza e frustrazione per l’attuale stato delle cose.
“Il viaggio con l’equipe di Stoccarda è stato emozionante. Non vado via per problemi interni o relazionali. L’azienda mi sostiene da quando avevo 13 anni. Chi ci lavora è stato con me nella buona e nella cattiva sorte“, ha chiosato.
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