La casa modenese ha aperto un nuovo capitolo della sua brillante storia con il progetto full electric. Le novità non sono finite qui.
Tra un anno i puristi del Cavallino sono pronti a sparare a zero sulla prima vettura full electric della storia della Ferrari. Indubbiamente una Rossa senza sound potrebbe risultare come un cielo senza stelle, ma da sempre i tecnici emiliani hanno deliziato il pubblico con novità sensazionali. Sul piano estetico non vi sono particolari perplessità. I designer sapranno come ingolosire facoltosi collezionisti con linee all’avanguardia, ma il futuro dell’industria dell’Automotive sarà elettrico?
Per ora i top brand che si sono lanciati con convinzione nella sfida ad Elon Musk non hanno ottenuto risultati di spessore. Il Gruppo Volkswagen ha addirittura scelto di frenare l’introduzione di ulteriori modelli alla spina perché i numeri non sorridono. Porsche, ad esempio, non ha ottenuto risultati strepitosi dalla vendita della Taycan. Quest’ultima, con 40.629 unità consegnate, ha incrementato le vendite del 17% nel 2023 ma sono ancora dati irrisori per parlare di un vero e proprio boom. Di fatto i SUV hanno trainato il brand competitor teutonico e in casa Ferrari hanno risposto con la Purosangue.
Il listino della Ferrari si è allargato a dismisura rispetto ad inizio millennio con auto ibride top. La sportività è stata declinata in tante forme, ma la grossa novità dovrebbe arrivare in un futuro prossimo dove i tecnici hanno pensato alla tecnologia ad idrogeno. Hyundai e Toyota si sono già spinte verso una produzione. Il SUV della casa coreana parte da 73.450 euro, mentre la berlina giapponese costa 2200 euro in più circa. I prezzi di una Ferrari ad idrogeno raggiungerebbero cifre elevatissime ma il futuro dell’Automotive risulterà sempre più proibitivo, al di là dei top brand.
Il vantaggio rispetto alle auto con batterie agli ioni di litio, le FCEV non hanno bisogno della ricarica dei pacchi batteria. Si tratta di energia autoprodotta che mette in atto il processo chimico dell’elettrolisi inversa. L’idrogeno si trasforma in energia elettrica direttamente a bordo, utilizzando le celle a combustibile ed emanando soltanto vapore acqueo. Un toccasana per l’ambiente ma quale è il reale obiettivo della casa modenese?
Al di là della 296 GTB/GTS, per ora il listino della casa modenese produce solo auto a 8 e 12 cilindri. L’idea di un’auto ad idrogeno potrebbe anche partire da una struttura base modificata, come un V12, per consentire una opportuna lubrificazione e abbassare il rapporto di compressione. L’obiettivo sarebbe quello di passare dall’alimentazione atmosferica dell’attuale V12 aspirato ad una alimentazione innovativa.
L’amministratore delegato Benedetto Vigna ha ribadito che a Maranello sono pronti a fare la storia. L’A.D. si è già sbilanciato sulla prima full electric, avendola provata, ma il mondo è pronto ad accogliere la prima supercar ad idrogeno del Cavallino? A livello internazionale non mancano i tumulti sulle nuove tecnologie. I clienti insoddisfatti della Mirai, la Toyota a idrogeno, hanno citato in giudizio il marchio giapponese a causa dell’impossibilità di alimentare le vetture in apposite strutture di ricarica. In Italia vi sono solo due distributori per ora. Per vedere in strada la prima Ferrari ad idrogeno occorrerebbe una rete estesa di distributori. Un milionario, di certo, non vuole porsi il problema di non avere infrastrutture di ricarica nelle principali città del mondo.
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