Puoi anche essere un tennista di fama internazionale, alcuni lussi ti saranno comunque proibiti. Chiedetelo a Carlos Alcaraz che non è per niente felice a riguardo.
Una celebre frase attribuita a Marylin Monroe recita così: “Meglio piangere sui sedili di una Rolls Royce che su quelli di una metro”, in questo caso potremmo citare invece la BMW anche se piangere non servirà a molto per il giovane campione di tennis Carlos Alcaraz che sta cercando in tutti i modi di convincere qualcuno a lasciargli guidare un bolide che al momento non può avere!
Nato addirittura nel 2003, Carlos Alcaraz è un atleta spagnolo formidabile e a mani basse il più giovane sportivo della sua categoria a raggiungere il vertice della classifica ATP che racchiude i migliori tennisti del mondo. Nemmeno gente come Novak Djokovic o Rafa Nadal è riuscita ai tempi ad effettuare una scalata alla classifica così rapida e repentina.
Vista la giovane età però il due volte campione di Grande Slam deve ancora confrontarsi con problemi che tutti i ragazzi della sua età hanno inevitabilmente, ad esempio il rapporto con i genitori che non sempre si fidano ad acconsentire a certe richieste che possono metterli in crisi come quella che il tennista ha da poco rivelato di aver fatto in un’intervista esclusiva.
Alcaraz, non potrà averla
Di recente il talento spagnolo è divenuto sponsor della casa bavarese BMW, produttrice di bolidi di ogni genere che ha spesso sponsorizzato la carriera di giovani promesse di ogni disciplina sportiva. In questo caso però, la partnership commerciale si è rivelata un’arma a doppio taglio perchè ha spinto Alcazar a chiedere troppo ai genitori che lo aiutano a gestire i suoi – molti – soldi.
Dopo aver messo le mani su alcune automobili del brand tedesco per lavoro, il giovane si è convinto a voler acquistare una bella supercar e forse proprio una sportiva di casa BMW cosa che però i genitori non gli consentono di fare! “Proprio i miei genitori mi aiutano a gestire i soldi. Devo comprare qualcosa per lo sport? Non ci sono problemi, ma ora ci sto discutendo. Non vogliono vedermi a bordo di un’automobile costosa, proverò a convincerli”, confessa a La Gazzetta dello sport il tennista.
Una situazione insomma tragicomica che però ci ricorda come anche il più talentoso atleta di un qualsiasi sport debba rispondere a qualcuno delle sue azioni prima che ad un arbitro o un giudice: a mamma e papà!