Il mercato delle automobili è una jungla mondiale in cui sopravvive solo chi è in grado di reggere la competizione
Come in ogni campo, e perciò anche in quello automobilistico, è il mercato a scrivere le regole del gioco. E a farla da padrone sono i produttori in grado di anticipare il futuro con scelte avveniristiche e scommesse azzardate. Purtroppo però il mercato non scrive le regole come se a scriverle fosse un legislatore, in grado di garantire la giustizia e l’uguaglianza per tutti i cittadini, ma segue più i princìpi darwiniani, in cui è colui in grado di trasformarsi a riuscire a proseguire il proprio cammino, a discapito degli altri soggetti in campo.
Il mondo dell’industria automobilistica è in continua evoluzione e, quando sembra essere vicino al baratro, trova sempre l’asso nella manica per trovare una soluzione e tirarsi fuori dalla palude. Il caso più attuale è quella della trasformazione del settore, una vera e propria rivoluzione copernicana per via del progressivo abbandono dei motori endotermici in favore dei più ecologici powertrain elettrici. Questa rivoluzione crea strascichi a tutto il settore e a ciò che le orbita intorno, a partire dagli utenti che ne sono i principali utilizzatori.
Utilitarie e citycar: avranno un futuro in Europa o saranno soppiantate dai segmenti superiori?
La domanda sul futuro dei segmenti A e B è lecita visto che, già prima dell’avanzata elettrica, le utilitarie stavano subendo una progressiva riduzione di produzione da parte delle case automobilistiche per via dei costi di produzione alti e degli scarsi margini di guadagno. Alzare i loro listini non avrebbe avuto molto senso, visto che sarebbero entrate in collisione con i segmenti superiori, ma l’aumento generale delle componenti non permettevano di mantenere il giusto gap tra le utilitarie e le compatte.
L’avanzata elettrica sta ulteriormente peggiorando la situazione, a causa dell’elevato costo di produzione delle batterie, che incidono pesantemente sul prezzo finale della vettura. E se ciò è ammortizzabile su vetture di alta gamma, come SUV e berline di lusso, in cui il costo percentuale delle batterie sul prezzo totale dell’auto è relativamente contenuto, stessa cosa non si può affermare per quanto riguarda le utilitarie, il cui costo delle batterie “mangia” gran parte dei margini aziendali.
Il futuro delle utilitarie in Europa, dazi permettendo, sarà garantito gioco forza dalle concorrenti di produzione cinese che, per via del sostegno statale e del basso costo del lavoro, hanno un costo di produzione inferiore di circa il 50% rispetto alle concorrenti del Vecchio Continente. Numeri alla mano, nel 2023, in Europa le citycar e utilitarie elettriche in listino erano 18, contro le 34 in Cina e le sole 2 in nord America. Vedremo in futuro se le case produttrici europee troveranno una soluzione per ridurre i listini di questi segmenti, o li abbandoneranno puntando esclusivamente sui segmenti superiori lasciando il campo alle sole rivali cinesi.