In Formula 1 stiamo assistendo ad uno dei domini più schiaccianti di sempre. In futuro la musica potrebbe cambiare, tornando all’antico.
La Formula 1, un tempo, era una competizione molto più aperta tra diversi costruttori. Oggi siamo abituati a sapere il risultato della corsa ancor prima dello spegnimento dei semafori. La vittoria di una Red Bull Racing è diventata scontata per una serie di fattori. La maturazione di Max Verstappen, lo strapotere tecnico della RB19, ma anche un segreto che riguarda le gomme.
Rispetto a tutte le altre auto ad effetto suolo, la vettura progettata dall’equipe di ingegneri capitanato da Adrian Newey non usura le mescole con la medesima intensità. Ad inizio anno si sottolineava come la Ferrari SF-23 stressasse tutte le mescole in modo eccessivo, rendendo impossibile la vita a Leclerc e Sainz. Max Verstappen, invece, ha trovato un bilanciamento perfetto su qualsiasi gomma Pirelli sin dal day 1. Tutto ciò gli consente di fare degli stint molto lunghi in gara ed ottenere prestazioni da brividi.
Il distacco tra l’olandese e il resto della griglia, nonostante gli sviluppi dei competitor, è rimasto piuttosto ampio. Nel 2023, infatti, si è tornati a celebrare un Mondiale con 6 gare d’anticipo, evento che non accadeva dai tempi di Michael Schumacher. Il quinquennio aureo del Kaiser in Ferrari, però, era caratterizzato da una serie di variabili che i vertici hanno limitato.
Prima di tutto le monoposto potevano ancora girare, liberamente, in test privati. Ridurre il gap dalla vetta era possibile, soprattutto grazie alla scelta non obbligata della mescole. La categoria regina odierna è caratterizzata da un monopolio Pirelli, mentre un tempo era una lotta tra Michelin e Bridgestone. La Rossa viaggiava sulle mescole giapponesi, mentre ad esempio la Williams BMW e la McLaren Mercedes si affidavano all’esperienza dei francesi.
Formula 1, clamoroso ritorno in vista?
La Pirelli è stata confermata come azienda fornitore della categoria regina del Motorsport per il triennio 2025-2027, con un’opzione estesa anche al 2028. La realtà milanese, però, in futuro potrebbe anche essere sostituita dalla Bridgestone che potrebbe rientrare nel circus dopo l’addio del 2010. La storia del brand nipponico in F1 ebbe inizio nei GP giapponesi del 1976 e del 1977 per poi diventare, nel 1997, un punto fermo sulle monoposto.
La Bridgestone ha provato a riprendersi lo scettro già nel prossimo triennio, ma la Federazione ha preferito assegnare la copertura ancora alla Pirelli. In Giappone non sono abituati a desistere, dopo un rifiuto, e hanno serissime intenzioni per il futuro della categoria regina del Motorsport. La Pirelli non pare, comunque, aver intenzione di mollare la sua posizione privilegiata. C’è da registrare anche un addio improvviso in F1. Ecco di chi si tratta.
In Giappone stanno pensando anche agli effetti sulla produzione stradale. Il nuovo progetto prende il nome di Enliten con materiali riciclati e leggeri di circa il 20% rispetto ai precedenti equivalenti. I miglioramenti sarebbero svariati perché la massa delle ruote è inferiore. Sostenibilità e migliore guidabilità, due principi essenziali per la Formula 1 di domani. A questo punto il matrimonio sembra inevitabile, come confermato anche da Shuichi Ishibashi, Membro del Consiglio di Amministrazione, Global CEO e Representative Executive Officer di Bridgestone Corporation.