Per la prima volta nella storia è avvenuto qualcosa di semplicemente straordinario. Protagonista la Ducati.
All’appuntamento con la storia ci vanno sempre vittoria e fallimento; in mezzo a loro, una corda dal suono flebile e dalle dimensioni sottili. E’ attraverso questa corda che, come fosse una bilancia, avviene il destino di una delle due parti, che sono letteralmente appese ad un filo.
Nel 2023 il filo sottile – ma eternamente soddisfacente – del successo ha sicuramente baciato la Ducati, che per la prima volta nella sua storia ha realizzato un’impresa straordinaria. E’ proprio il brand italiano che ha trionfato davanti a tutto il mondo, con una forza agonistica, una predominanza tecnica capaci di lasciare a bocca aperta anche i più scettici.
Ed è proprio su questo che ci concentreremo all’interno di questo articolo. Di sicuro vedere il tricolore sul tetto del mondo è sempre soddisfacente, nel caso della Ducati ancora di più. Perché è stata una rincorsa, partita da lontano, tutt’altro che semplice.
Se gli avvenimenti temporali sono dettati da una casistica difficilmente prevedibile e ancor meno pronosticabile, l’Indonesia è stata la terra giusta per incoronare Ducati. Sull’ostico circuito di Mandalika, la Ducati ha conquistato il mondiale costruttori. Nel corso della Sprint Race, infatti, il brand italiano ha fatto suo il quarto titolo mondiale costruttori consecutivo.
A vincere la mini-gara è stato Jorge Martin, che adesso è divenuto il nuovo leader del mondiale con 7 lunghezze di vantaggio su Bagnaia (soltanto 8°). Sul podio anche il piloti del team VR46: Luca Marini e Marco Bezzecchi.
Una tripletta indimenticabile, che rende unica la casa costruttrice di Borgo Panigale. Nessuno, in precedenza, all’interno della classe regina del motomondiale aveva inanellato così tanti successi consecutivi fra i costruttori. E’ infatti la prima volta che accade qualcosa del genere. Un’impresa che, però, ci teniamo a ribadirlo: parte da lontano.
Era il lontano 2007 quando la Ducati conquistò il suo primo titolo mondiale. Lo fece con Casey Stoner, compiendo una vera e propria impresa, battendo la Yamaha e Valentino Rossi, che escludendo il 2006 dominavano quasi in maniera incontrastata la scena in MotoGP. Una luce rossa si era accesa, ma era solo una fiamma destinata a spegnersi sommessamente. Fra crisi economica, incertezze aziendali e motociclette mai all’altezza, Ducati si ritrovò presto dentro un vortice di sofferenza e fallimento che l’aveva completamente risucchiata.
La sua scalata verso un ritrovato successo è stata lunghissima, e per battere i team giapponesi – anche solo occasionalmente – bisognò attendere il 2016. Poi, nel 2017, la rinascita; che però non era ancora sufficiente. Marquez si rivela troppo forte per il binomio Ducati – Dovizioso, Jorge Lorenzo – strappato a Yamaha a fine 2016 – non è riuscito mai ad imporsi veramente in rosso, e proprio Marc Marquez fino al 2019 domina indisturbato (pensare all’otto volte campione del mondo che nel 2024 correrà per Gresini, ricordando queste stagioni, è quasi ironico). Nel 2020, in un anno in cui la MotoGP deve convivere con l’assenza di Marquez, però cambiano le carte in tavola.
La Honda entra in una crisi senza precedenti, la Yamaha ha problemi evidenti con lo sviluppo e Ducati vince il primo mondiale costruttori. Il primo di 4. Nel 2021 soltanto un meraviglioso Fabio Quartararo impedisce all’azienda italiana di ripetere ciò che riuscì a Stoner quasi 15 anni prima. Tutto è rimandato ad un solo anno: Ducati è di nuovo campione del mondo costruttori, e con Francesco Bagnaia a Valencia torna a vincere anche il mondiale piloti. Una doppietta da sogno, che dà inizio ad un dominio incontrastato ed incontrastabile confermato nel 2023. Adesso manca la chicca finale, con Jorge Martin e Bagnaia che verosimilmente si giocheranno un mondiale tutto ducatista.
Una storia di fallimenti, e un miraggio chiamato mondiale, inizialmente più simile ad un incubo che ad un sogno; un’utopia iridata che si è ormai trasformata in una fiabesca realtà: la Ducati domina il mondo intero. Da dramma a favola in meno di 15 anni. Quando l’impossibile diventa possibile, e le aspirazioni ad occhi chiusi lasciano il posto a solide soddisfazioni, arriva il momento più atteso: quello della gioia illimitata. La Ducati di Luigi Dall’Igna, finisca come finisca, la ricorderanno tutti. Per sempre. Ricorderemo, magari davanti ad un fuoco e seduti tutti in cerchio, come fin dall’alba dei tempi si fa per raccontare le storie più coinvolgenti, la scalata verso la conquista del mondo intero da parte di Ducati: l’imbattibile realtà tutta italiana.
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