Arriva lo stop ufficiale. Istituito il blocco ufficiale alle auto usate, con una perdita che ammonta a circa 2 miliardi
Quello che stiamo vivendo è un periodo particolarmente duro che sta segnando i rapporti commerciali – e non solo ovviamente – tra Paesi di tutto il mondo.
L’ennesima prova arriva dal settore dell’automotive, che negli ultimi mesi – forse in maniera piuttosto silente per i non addetti ai lavori – sta cambiando in maniera radicale. L’ultima novità, dicevamo, riguarda uno stop alle auto usate. Una scelta che, in pochi mesi, ha già mutato profondamente il mondo del commercio di automobili, facendo perdere miliardi di euro. Ma vediamo che cosa sta succedendo.
Auto usate: divieto per il Giappone di esportare auto usate
Il Giappone non esporterà più in Russia la maggior parte delle sue auto usate. In un primo momento questo può sembrare anche una notizia irrilevante, ma in realtà si tratta di un episodio che cambierà non solo i rapporti geopolitici tra i due Paesi, ma anche una grande fetta del commercio di automobili. Questo perché il Giappone è la prima nazione al mondo per quanto riguarda l’export i auto usate e proprio la Russia rappresenta uno dei maggiori partner della potenza asiatica. Il freno alla vendita di auto usate al Paese di Putin rappresenterà molto probabilmente una perdita per il governo giapponese che ammonta a circa 2 miliardi di dollari.
Una scelta dovuta a causa delle sanzioni Occidentali nei confronti della Russia e che ha fatto crollare i prezzi delle auto di seconda mano in Giappone. Questo ha costretto molti intermediari a “modificare” le rotte commerciali di auto usate, creando nuovi mercati soprattutto in Nuova Zelanda e a Sud-Est asiatico: Paesi dove, come in Giappone, il posto guidatore è a destra. La domanda russa di auto usate era aumentata in maniera notevole dopo l’inizio della guerra. Più di un quarto delle importazioni russe di auto usate arrivava proprio dal Giappone, con un prezzo medio di circa 8.200 dollari, un prezzo più che raddoppiato rispetto al 2020.
Un giro di affari di circa 2 miliardi di dollari per il Giappone, fino all’arrivo della guerra e delle relative sanzioni economiche globali. Secondo Olesya Alekseeva, coordinatrice logistica della SV Alliance – azienda di esportazioni di automobili con sede a Toyama – il giro d’affari è in calo di circa il 70% e ci sono stati già i primi licenziamenti. Intanto il Ministero dell’Economia giapponese ha fatto sapere che “sta osservando l’impatto che potranno avere le nuove sanzioni”, con l’obiettivo che queste non colpiscano troppo anche l’Economia giapponese.