La serie ‘Supercar’ è rimasta nell’immaginario collettivo, ma vi siete mai chiesti come KITT riuscisse a guidare senza conducente?
In questi anni c’è stato un ritorno agli anni ’80, probabilmente l’industria si è accorta che i consumatori con il maggiore potere economico sono proprio quelli cresciuti tra gli anni ’80 e ’90 e dunque si cerca di stimolare il loro fanciullo interiore con contenuti che ne stimolino la nostalgia. Al di là di quelli che sono le motivazioni di questo ritorno agli anni ’80, in quel decennio sono stati prodotti film e serie tv in grado di fare la storia.
In questi anni abbiamo assistito al ritorno di cult come Magnum PI, Indiana Jones, Star Wars e Macgyver ma anche alla produzione di serie tv e film ambientati e chiaramente in debito con produzioni di quel periodo come Stranger Things, The Americans, Glow e Ashes to Ashes. In questo filone però non è rientrato un sequel, un ammodernamento o un reboot di un’altra serie cult di quegli anni: Supercar.
Chiunque sia cresciuto in quel periodo storico o poco dopo (soprattutto i maschietti a dire la verità) hanno amato questo telefilm che ci mostrava le gesta di un poliziotto in fin di vita che viene salvato dalle industrie Knight attraverso degli innesti cibernetici e una plastica facciale (qualcuno ha pensato a Robocop?). Il protagonista umano della serie è Michael Knight (interpretato dal sex symbol dell’epoca David Hasselhoff (poi protagonista anche di un’altra serie cult come Baywatch), ma a rimanere nei cuori di tutti è stata la sua auto KITT, la supercar che dà il nome alla serie.
Vi ricordate di KITT, la Supercar guidata da Michael Knight? Ecco come guidava senza pilota
A suscitare la curiosità del pubblico era il fatto che KITT era un’auto in possesso di un’Intelligenza Artificiale evolutissima. La Supercar era indistruttibile, dotata di armi di difesa e di offesa come quelle guidate da James Bond, ma aveva anche una personalità sua, discuteva con il protagonista e spesso era fondamentale per l’ideazione delle soluzioni.
L’IA di KITT era talmente evoluta da permettere al mezzo di guidare in autonomia e dunque di essere utilizzata dal protagonista sia come diversivo che come strumento per cavarsi fuori dagli impicci. Ma vi siete mai chiesti come facessero a girare le scene in cui l’auto si guidava da sola? Negli anni ’80 non c’era né la computer grafica né tantomeno una tecnologia talmente evoluta da permettere ad un’auto di muoversi senza un pilota.
Per risolvere il problema, dunque, ci si affidava ad uno stuntman e ad un sedile particolare in grado di nascondere la sua presenza in auto. Una soluzione “artigianale” che permetteva sia di far muovere l’auto senza l’attore a bordo sia di riprendere l’interno senza che si vedesse il pilota.