La Fiat Panda è un modello che ha fatto la storia della nostra automobile, ma ora c’è il rischio di perderla. Ecco il motivo.
Era il 1980 quando la Fiat Panda fece la sua prima apparsa, ma forse neanche i vertici dell’epoca della casa di Torino non erano a conoscenza del successo che avrebbe avuto questo modello. Parliamo della citycar più amata dagli italiani, che ancora oggi è nettamente l’auto più venduta nel nostro paese, con risultati sempre più eccezionali ed un gap sulle rivali che si allarga di continuo.
Il 2023 è l’anno del 40esimo anniversario della Panda 4×4, una variante a trazione integrale ancor più strepitosa, che permette di solcare anche i fondi più difficili. Per festeggiare questa ricorrenza, la casa di Torino ha realizzato la Panda 4×40, un modello celebrativo realizzato in solo 1.983 unità. Si tratta ovviamente di un numero scelto ad hoc, dal momento che questa vettura fece il proprio debutto nel 1983.
La Fiat sta affrontando una fase di rivoluzione, concentrandosi sulle nuove auto elettriche come l’appena svelata 600e. Il 2024 sarà l’anno della nuova Panda, che diventerà un SUV di Segmento B dal prezzo inferiore ai 25.000 euro, comunque in netto aumento rispetto a quella attualmente sul mercato. Ecco perché c’è il rischio che la Panda possa scomparire in futuro.
Sul sito web “Myluxury.it“, è apparsa una notizia allarmante, che fa pensare ad un possibile addio alla tanto amata Fiat Panda. Non si tratta di un’indiscrezione qualunque, ma di una vera e propria bomba che è stata sganciata da Carlos Tavares, ovvero l’amministratore delegato del gruppo Stellantis, che gestisce la casa di Torino.
Sembra che tutto sia causato dalla nuova regolamentazione che dovrebbe entrare in vigore il primo di luglio del 2025, e stiamo parlando del famoso Euro 7. Tavares ha parlato chiaro in tal senso: “Il nuovo regolamento mette in pericolo la Panda, che fa parte della storia dell’Italia e del suo modo di vivere. Se si continua a spingere in direzione di regole che portano ad un aumento dei costi, ciò andrà ad uccidere un modello come la Panda, e sarà una grave perdita per tutto il paese“.
Tavares ha poi mandato una vera e propria frecciata al Governo italiano, chiedendo di non sostenere il regolamento Euro 7 e di garantire ai produttori la possibilità di costruire milioni di auto senza una spesa che sia eccessiva: “Lo Stato si deve impegnare per garantire l’accessibilità delle auto ed a non sostenere cose come l’Euro 7. Se non si proteggono modelli iconici come la Panda, non si può chiedere di produrre milioni di veicoli“.
Dunque, la Fiat Panda che conosciamo oggi pare essere effettivamente a rischio, anche in virtù di un altro guaio. Infatti, le piccole auto stanno lentamente scomparendo, e non è un caso che Stellantis abbia deciso di puntare sul Segmento B per la nuova Panda che vedremo il prossimo anno. A questo punto, diventerà fondamentale la posizione dell’Italia sul famigerato Euro 7, che rischia di mettere in ginocchio un mercato dell’auto già in grave affanno.
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