Attenzione all’annuncio del ministro che stupisce tutti: automobilisti e motociclisti, occhi aperti e antenne belle dritte. Ecco la data ufficiale dello stop a benzina e diesel, tutti i dettagli
Il futuro della mobilità è elettrico, almeno è questo il dettame che arriva dalle norme ambientali, dagli apparati statali e dalle case produttrici. Ma è davvero così? Una domanda da porsi, di pari passo con il rallentamento sistematico della diffusione e della produzione dei veicoli full electric, che rappresentano ancora una grossa incognita per tanti consumatori. Non solo i costi di gestione, di assicurazione e di manutenzione sono altissimi. In più bisogna fare i conti con una praticità tutt’altro che rodata in Paesi come il nostro.
Insomma, la transizione dai motori tradizionali a quelli elettrici è ancora lontana dall’essere completata. E i segnali che arrivano non sono incoraggianti per chi ha scommesso sulle zero emissioni. Eppure dovremmo essere alle porte di uno stop massiccio alla diffusione dei carburanti fossili, con benzina e diesel che dovrebbero presto diventare fuorilegge per tante case produttrici. Anche qui, la domanda sorge spontanea: è davvero così? Quesito quasi d’obbligo, soprattutto dopo quanto deciso dal Governo del Regno Unito circa la circolazione di mezzi a benzina e diesel sino a data ben definita.
Attenzione, dunque, a quanto succede tra i domini di Sua Maestà. Il primo ministro inglese Rishi Sunak ha deliberato per il posticipo del divieto di vendita di nuove vetture alimentate a carburanti fossili (benzina e diesel, ndr) dal 2035. La precedente deadline era fissata al 2030, fino allo slittamento di cinque anni deciso qualche giorno addietro. Una decisione che fa discutere e che divide, ma che alla base ha l’obiettivo di alleggerire i costi di gestione delle automobile per tante famiglie.
Una notizia che non è stata digerita bene (per utilizzare un eufemismo) dalle principali case produttrici di automobili. Kia e Volkswagen sono quelle che hanno tuonato di più nei confronti del posticipo impartito dalle autorità inglese. Non a caso, parliamo delle due aziende che, tra quelle tradizionali, hanno investito maggiormente nella transizione della propria gamma verso l’elettrico. Il rischio è che altri governi decidano di allinearsi a quanto deciso dal Regno Unito, provocando un effetto a catena che investirebbe migliaia di finanziamenti e planning industriali. Le case produttrici chiedono più certezze e meno confusione, ma la strada verso il full electric resta ancora lunga e tortuosa.
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