Non smette di far discutere il prezzo di benzina e gasolio in queste settimane. Valori altissimi per quanto riguarda le pompe italiane.
Se nel 2022 la grande paura di tutti i cittadini italiani ed europei riguardava i costi dell’energia, soprattutto dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, nel 2023 c’è qualcos’altro che spaventa e dà da pensare a tutti i consumatori.
Stiamo parlando del tanto chiacchierato caro benzina. Ovvero l’aumento sconsiderato dei prezzi di benzina e gasolio in tutte le pompe di rifornimento su territorio italiano. Fin da gennaio infatti il Governo ha deciso di non attuare il taglio sulle accise, che aveva invece prorogato sotto la gestione di Mario Draghi.
Ecco perché in questi giorni il prezzo medio di benzina e diesel al servito ha raggiunto picchi spaventosi. Addirittura in estate, nelle pompe di benzina in autostrada, si è raggiunto addirittura il costo di 2,50€ al litro. Numeri irragionevoli, soprattutto in un periodo in cui aziende e lavoratori si stanno pian piano risollevando dopo la pandemia.
Le brutte notizie però non finiscono qui. Infatti secondo le stime dei mercati, pare che il prezzo generale del grezzo aumenterà ulteriormente, costringendo così gli automobilisti ed i trasportatori a pagare ancora di più per il carburante al litro. Si parla di mesi ancora molto delicati, almeno fino al 2024, senza alcuna tendenza a ribasso.
Colpa della richiesta moltiplicata di benzina e gasolio dopo il periodo scarso e più quieto della pandemia da Covid-19. Per questo motivo si rischia un’inflazione sempre più elevata. Il Governo Meloni intanto dovrà valutare delle soluzioni per evitare ripercussioni concrete sui portafogli dei cittadini.
Secondo La Repubblica sarebbero due le opzioni al vaglio degli organi decisionali. La prima è indire una sorta di Bonus Benzina, dedicato in particolare alle fasce più deboli che verrebbero agevolate sul carburante in base al loro reddito. L’alternativa è quella di agire con le accise mobili, che garantirebbe uno sconto trasversale superata una certa soglia di prezzo, ovvero oltre i 2 euro al litro.
Associazioni a tutela di cittadini e società, come Faib Confesercenti e Assoutenti, si sono schierate dalla parte dell’accisa mobile, mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sembra proiettato maggiormente verso l’introduzione di una social card che garantirebbe un bonus ai meno abbienti.
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