A vederla quasi distrattamente può sembrare un’auto di caratura internazionale. “La Ferrari dei poveri”, per qualcuno. Per tanti, invece, è stata un’auto che ha fatto la storia. Ecco tutto svelato
Ci sono auto che entrano nella storia dalla porta principale e altre che, invece, entrano nella storia per quella del retro. Vuoi per la loro ingegneria o per il loro coraggio innovativo, alcune vetture hanno cercato di colmare il solco per molti invalicabile tra il desiderio di guidare un mezzo di fascia premium e la realtà di potersene permettere realmente uno. E a volte, sono riuscite a farlo in maniera vincente.
Basta chiedere in casa Toyota per ricevere la ricetta funzionante. Lo storico marchio giapponese è stata una delle primissime case automobilistiche a costruire in serie vetture dalle ambizioni sportive e di fascia superiore, a prezzi paragonabili a quelle di normali utilitarie. Merito del genio di Kichiro Toyoda e dei suoi discendenti, illuminati pionieri di motori con a cuore la passione per le quattro ruote che tutti ci accomuna. Indifferentemente dal nostro conto in banca. Per questo, quando si guarda alla Toyota MR2 la si deve guardare con questi occhi, senza fermarsi troppo all’appellativo de “la Ferrari dei poveri”.
In produzione dal 1984 al 2007, si tratta della prima auto giapponese a motore centrale costruita in serie e accessibile ad una estesissima fetta di pubblico. Biposto e dal carattere sportivo, la Toyota MR2 rientra tra le JDM più amate dagli appassionati, complice anche le sue apparizioni tra videogiochi ed il noto manga ed anime ‘Initial D’. Da dove viene il paragone con il noto cavallino rampante? Dipende da che lato la si vuol guardare.
In Australia è stata definita come ‘la Ferrari dei poveri‘, grazie all’omonima serie su YouTube targata dai ragazzi di The Skid Factory. Di base, lo specializzato garage australiano è riuscito a ricostruire secondo le specs originali la Toyota MR2, preservandone il carattere sportivo e le caratteristiche principali. In Italia, invece, il motivo è decisamente meno nobile. Nel corso degli anni 2000, la Guardia di Finanza ha beccato diverse Ferrari F430 che, in realtà, erano a tutti gli effetti una Toyota MR2. Questo a casa della facilità con cui i falsificatori potevano adattare la carrozzeria e le componenti ‘meno costose’ della Ferrari al telaio della meno blasonata giapponese.
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