Comprare un veicolo di seconda mano può rivelarsi piuttosto rischioso. Ecco a cosa bisogna prestare attenzione.
Chi di recente ha fatto il pellegrinaggio da un concessionario all’altro alla ricerca di un’auto conveniente, si sarà sentito dire che quelle usate sono introvabili, o che hanno prezzi eccessivamente elevati per età e chilometraggio. Ciò nonostante le richieste per questo genere di prodotto continuano a fioccare e le persone sembrano più intenzionate a rinunciare alla bellezza della novità, in cambio del minimo risparmio.
Se si fa riferimento ad un salone è più difficile incappare in fregature, ma se la trattativa è tra privati il rischio è più elevato. I pericoli sono diversi e spesso quando ci si rende conto, è troppo tardi. Vediamo dunque come difendersi.
Una delle sventurate possibilità in cui ci si può trovare è quella di aver acquistato un mezzo rubato. Sembra qualcosa di poco probabile, in realtà le bande criminali utilizzano con frequenza questo metodo per ripulire le autovetture rubate.
L’aspetto più fastidioso è che di sovente l’acquirente ne è totalmente all’oscuro e viene a scoprire di essere stato tirato dentro in una vicenda al centro di indagini giudiziarie. Il peggio è quando si scopre che ci si è affidati ad una concessionaria per essere più tranquilli ed invece sono stati gli stessi operatori, compiacenti, a spingere perché quello che veniva presentato come un affare andasse in porto.
Purtroppo anche se si è vittime inconsapevoli si diventa protagonisti di un’inchiesta, che può sfociare nella configurazione di capi d’imputazione gravi come la ricettazione, definita dall’articolo 648 del Codice Penale. Qui addirittura si rischia la reclusione da due ad otto anni, oltre ad una multa che oscilla tra i 516 e i 10.329 euro. Solitamente, questa particolare accusa è rivolta a chi sapeva di acquistare un veicolo proveniente da illeciti. Se poi vi è stata anche una rapina o un’estorsione la pena si aggrava ulteriormente.
Qualora invece si sia stati tratti in inganno, si parla di “incauto acquisto”. Ciò significa che sì l’acquirente poteva non sapere nulla, ma avrebbe dovuto avere dei sospetti. A regolare la questione è l’articolo 712 del Codice Penale. La colpa sta nel non essersi assicurato della legittima provenienza della macchina, per cui, in un modo ideale, avrebbe dovuto essere più accorto. L’ammenda che si subisce non è mai inferiore ai 10 euro, mentre si può finire in carcere fino a sei mesi.
Chiarite le eventualità che possono riguardare certi acquisti, concludiamo con le conseguenze che il gesto può portare. Pure nel frangente in cui non si sia al corrente del fatto che l’autovettura acquisita era rubata, si subisce il sequestro del mezzo da parte della polizia, su invito dell’autorità giudiziaria. Essendo lui stesso componente cruciale del reato, in caso di conferma della ricettazione o dell’incauto acquisto, deve per forza essere confiscato. Il medesimo discorso va esteso alle somme di denaro versate quale caparra o acquisto in toto dell’auto proveniente da traffici.
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