Ci sono delle auto di lusso che non si rivelano esattamente un affare. Ecco tutti i modelli che è meglio rivendere.
Per molti la macchina di prestigio resta il sogno della vita e qualcuno, più fortunata, riesce ad esaudirlo. Se si guadagna abbastanza da poter accumulare la cifra necessaria per assicurarsene una o più d’una è uno sfizio che giusto è levarsi, ma attenzione, il cattivo acquisto è dietro l’angolo.
Ciò non significa aver comprato un’auto poco valida sul fronte tecnico o dell’affidabilità, quanto molto costosa dal punto di vista della manutenzione e soggetta ad un altro tipo di problematica che spiegheremo di seguito.
Auto di lusso, perché si rischia di aver sbagliato
Quando si decide di comprare un veicolo di alto livello si pensa solo alla spesa iniziale e non si considera il dopo, ad esempio neppure si valuta che possono esserci dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Certo le verifiche non sono più stringenti come qualche anno fa, tuttavia può capitare ancora che il Fisco attenzioni coloro che si sono appena portati da casa un’automobile di grossa cilindrata o una supercar. La ragione è facilmente intuibile, se una persona fa un lavoro comune e all’improvviso può mettersi in garage una Ferrari, significa che c’è qualcosa che non va e quel denaro potrebbe provenire da attività illecite.
Qualcuno potrebbe controbattere che si può ottenere un’eredità importante, o magari vincere alla lotteria. Ebbene, è davvero difficile scampare all’occhio attento dell’autorità, poiché vengono presi in considerazione pure i costi per gestire il tale bolide.
Dunque, prima di procedere alla transazione, sarebbe opportuno assicurarsi di non destare sospetti, ovvero accertarsi che si abbiano almeno le capacità di mantenere la vettura.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è come faccia l’Agenzia delle Entrate a sapere che ci si è regalati un gioiello a quattro ruote. In realtà è molto semplice, sono sufficienti le banche dati di PRA e Motorizzazione che aggiornano il sistema informativo dell’Anagrafe Tributaria.
Successivamente basterà confrontare i dati del veicolo, con la dichiarazione dei redditi e il patrimonio denunciato per capire se la persona era veramente nelle facoltà di comprare un mezzo oneroso.
Se per due anni consecutivi il reddito dovesse discostare del 20% rispetto alle spese sostenute, allora scatterà l’accertamento fiscale. Ciò perché appunto prova che le condizioni economiche dell’acquirente non sono sufficientemente buone da potersi permettere beni di lusso e la loro successiva manutenzione.
Quindi il consiglio è sempre quello di fare in modo di poter dimostrare di esserne in grado.
Il focus da parte delle forze dell’ordine si concentra in generale su alcuni dettagli, come la potenza del mezzo, ma sua cilindrata, l’anno di acquisto e l’età della macchina stessa (il modello può essere usato e particolarmente vecchio, per cui non più costoso come fresco d’uscita).
Occhio quindi se si comprano automobili con potenza che eccede i 185 Kw, o vanno oltre i 250 cv. Nella prima categoria rientrano anche le vetture sottoposte al Superbollo, ossia quella tassa che prevede il versamento di 20 euro per ogni kW in più rispetto alla soglia.
Di solito la verifica avviene tramite questionario inviato dall’Agenzia delle Entrate. Da lì starà all’automobilista provare la provenienza lecita delle risorse. In caso di irregolarità, la persona dovrà pagare un plus sui redditi non dichiarati, più le sanzioni per evasione.