FCA di recente ha perso una causa che durava da diversi anni, quando ancora c’era come dirigente Sergio Marchionne.
Non ci sono dubbi sul fatto che una delle figure essenziali per poter rialzare il nome della Fiat nel mondo in questi anni sia stato Sergio Marchionne. Un dirigente che ha saputo invertire la rotta di un’azienda che da troppo tempo stava navigando in pessime acque.
Marchionne infatti ha saputo prendere per mano la società nel suo momento peggiore e, grazie anche alla scelta di una serie di collaboratori di altissimo livello, ha avuto modo di risanare l’azienda e allo stesso tempo riportarla come leader nel mondo.
Il giorno della sua morte fu un momento davvero tragico per tutti in casa Fiat, perché se ne andava un faro e un punto di ispirazione. Le sue trattative hanno permesso al marchio torinese di espandersi ancora di più in tutto il mondo ed è proprio per questo motivo che non è stato facile rimpiazzarne la figura.
Dal 2021 c’è il Gruppo Stellantis, con Sergio che non è riuscito a vedere nero su bianco la firma di uno dei suoi grandi sogni. Il fatto che la Fiat sia al momento il marchio più acquistato dai clienti del Gruppo è una testimonianza di come il duro lavoro premi sempre.
Nel 2018 però, FCA decise di far partire una causa contro un’altra grande azienda automobilistica, accusandola di aver plagiato uno dei suoi marchi storici: la Jeep. Si trattava della Mahindra, nota società indiana che si sta espandendo sempre di più in tutto il mondo, ma l’esito è stato favorevole agli asiatici.
Mahindra vince la causa: la Roxor non è un plagio
Secondo FCA la Mahindra Roxor doveva essere considerata a tutti gli effetti come un plagio bello e buono della Jeep CJ3. In un primo momento era stato messo un vero per l’esportazione delle Mahindra Roxor, in quanto sembravano davvero identici alla CJ3.
La sentenza che venne emessa parlava di un’azienda indiana che non aveva rispettato il “trade dress“, quelle che sono le caratteristiche da dover rispettare di un brand. Tutto quanto dunque sembrava ormai prossimo alla conferma e alla definitiva sostituzione della Roxor, ma alla fine ecco la sentenza incredibile.
Il giudice ha stabilito infatti che la Mahindra non ha commesso in alcun modo un plagio sulla Jeep. La Roxor ha una linea propria e nemmeno la richiesta da parte del colosso a stelle e strisce di dare vita a una “distanza di sicurezza”, vietandone l’esportazione dall’India è andato a buon fine.
La sentenza è stata emanata dal giudice distrettuale in quel di Detroit, con Gershwin Drain che ha spiegato come i due stili siano simili ma non uguali. Dunque non si andrebbe a creare confusione tra i due marchi e la Roxor può tornare negli Stati Uniti.
La vettura in questione è molto particolare, trattandosi di una vettura con cabina aperta e che monta un motore turbodiesel da 2500 di cilindrata. La sua potenza di erogazione massima è di 63 cavalli e in questo modo può toccare gli 88 km/h, non di certo un’auto da corsa.