Dall’India arriva una nuova city car. Appena presentata è già prenotabile e il prezzo di vendita è davvero conveniente.
Tolti i veli alla nuova Maruti Suzuki Tour H1, sono state avviate le prenotazioni. Minimal nell’estetica e disponile in tre colorazioni, questa city car cinque porte è lunga 3,53 metri, larga 1,49 metri e alta 1,52 metri, ma a differenza delle altre vetture analoghe che sacrificano lo spazio nella zona dei sedili posteriori per assicurare una buona capienza del bagagliaio, qui è stata mantenuta la panca posteriore con poggiatesta.
L’essenzialità del veicolo made in India la si può notare sia dagli esterni, sia dagli interni. Ad esempio i paraurti anteriori e posteriori non sono verniciati, e le livree sono limitate alle proposte standard.
Maruti Suzuki Tour H1, perché è destinata ad avere successo
Pure la tecnologia è pressoché inesistente. Malgrado ormai sia installato su tutti i mezzi, anche quelli meno costosi, non è presente il display per l’infotainment e le finiture sono poco curate. In poche parole si tratta di una macchina indirizzata a chi non ne fa un uso importante o comunque fuori dai tragitti quotidiani. Le uniche dotazioni inserite sono: i doppi airbag, l’aria condizionata, i portabottiglie da un litro nelle tasche delle portiere e il tachimetro in versione digitale.
Se poi si volesse ascoltare la radio è possibile che si faccia fatica in termini di ricezione, visto che non è prevista l’antenna.
Circa il motore, la Tour H1 propone due versioni: una classica alimentata a benzina, con unità Suzuki K-Series da 1,0 litri e una potenza da 66 cv per 89 Nm di coppia, e una a metano, capace di sprigionare 56 cv per 82,1 Nm di coppia.
Non avendo particolari pretese va da sé che non vi siano molti allestimenti da scegliere. In entrambi i casi la potenza arriva dall’asse anteriore, tramite un cambio manuale a cinque marce.
A fronte del palato più o meno esigente degli automobilisti dei Paesi europei, verrebbe da dire che un veicolo del genere non potrà mai prendere piede, eppure non è scontato. Il timore che un papabile cliente potrebbe nutrire a proposito del suo acquisto, è che le carenze di cui abbiamo parlato abbiano interessato ed investito pure gli aspetti meramente legati alla sicurezza, ovvero, se vogliamo, quelli più importanti che ci permettono di sederci nell’abitacolo con tranquillità e senza l’ansia di qualche improvviso cedimento.
In realtà, anche se ovviamente in maniera molto ridotta, è presente qualche sistema di assistenza alla guida, come l’ABS, il sensore di parcheggio o la funzione che limita la velocità. Nel complesso, data un’offerta tanto bassa di optional, anche il prezzo non può essere elevato. Il listino mette a 5300 euro la variante a carburante e a 6200 euro quella a metano.
In generale è un po’ più costosa della sua sorella maggiore, la Alto K10 che nella terra di produzione è venduta a partire dal 4480 euro. Per chi non conoscesse l’azienda, è stata fondata nel 1981 come compagnia statale, mentre la sua base è a Nuova Dehli. Azionista di maggioranza è la giapponese Suzuki.