Novità per quanto riguarda il caro carburanti in vista dell’estate e del mese più caldo per gli spostamenti: ecco l’indiscrezione.
Come ogni anno sta per arrivare il momento più critico per gli automobilisti di tutta Italia. Vale a dire il mese di agosto, quello in cui storicamente e tradizionalmente milioni di cittadini decidono di partire per le meritate ferie estive.
Un periodo caldissimo, non soltanto per questioni metereologiche. Infatti ad agosto strade ed autostrade si riempiranno di numerosissimi veicoli e saranno diversi anche i giorni da bollino rosso per questioni di traffico. Ma c’è anche un altro cruccio che inizia a spaventare tutti.
Ovvero l’aumento quasi automatico dei carburanti. Solitamente in piena estate il costo di benzina e diesel rischia di aumentare in maniera sensibile. Ogni mattina si segnalano già da giorni aumenti di 1-2 centesimi presso le principali catene e l’ultimo Osservatorio Osservaprezzi del Ministero delle imprese e del Made in Italy ha confermato il tutto.
Aumenti carburanti in estate: giustificati oppure no?
I dati fuoriusciti negli ultimi giorni sono preoccupanti per gli automobilisti. Già nella giornata di giovedì 20 luglio il prezzo medio della benzina self service calcolato da Staffetta Quotidiana si è attestato a 1,860 euro/litro (compagnie a marchio 1,866 e pompe bianche 1,846) ed il diesel self si è portato a 1,707 euro/litro (compagnie 1,713, pompe bianche 1,693). Il Prezzo della benzina sul servito è arrivato a 1,995 euro/litro (compagnie 2,039, pompe bianche 1,908) e quello del diesel servito a 1,846 euro/litro ( compagnie 1,890, pompe bianche 1,757). Molto peggio in autostrada, con la verde self service a 1,929 euro/litro (servito 2,179) ed il gasolio self service a 1,790 euro/litro (servito 2,052).
Per questi numeri in aumento, l’Antitrust ha avviato un’indagine nei confronti dei maggiori distributori di carburante su territorio italiano, per una presunta intesa di concorrenza sulla vendita e sulla gestione del tariffario.
L’idea è che i principali operatori petroliferi possano essersi coordinati nella determinazione del valore della “componente bio” necessaria per rispettare gli obblighi previsti dalla normativa in vigore a livello ambientale.
Il valore di questa componente del prezzo è passato da 20€/mc del 2019 a circa 60 €/mc di oggi e ha un impatto sui prezzi alla pompa di circa 2 miliardi di euro. Vista la coincidenza tra questo aumento della componente bio e quello dei carburanti in linea generale, sta crescendo l’ipotesi di una formazione di un cartello complessivo che vada a danneggiare i consumatori.
“Quello dei rincari è, purtroppo, un problema che si trascina da mesi e che ha conseguenze pesanti sui consumatori, che già devono fare i conti con una situazione generale molto difficile a livello economico. Bene, dunque, questo nuovo intervento dell’Antitrust” – ha ammesso Ivano Giacomelli, presidente del Centro per i Diritti del Cittadino.