Fece innamorare Gianni Agnelli e ancora oggi è di una bellezza incredibile. Il tempo sembra non averla intaccata affatto
Fare il nome “dell’Avvocato” nel nostro paese vuol dire ricordare un passato ricco di glorie a livello imprenditoriale. Ancora oggi, ben pochi riescono ad avere il suo spessore e il suo successo grazie ad un modo di fare ricco di perseveranza. Lo si ricorda come un imprenditore di altissimo rango, in primis, e come un ex politico italiano. Una vita passata fra l’industria, il gossip e, infine, una delle sue passioni più grandi, il calcio.
Ma per un azionista e amministratore ai vertici dell’azienda automobilistica della FIAT come lui, il vero amore è stato anche un altro. Ne rimase affascinato sin da subito, e come dargli torto, dato che tutt’oggi è un vero e proprio schianto. Il mondo automobilistico e dei motori era per Gianni Agnelli una passione a cui dedicare gran parte della sua vita, data la secolare attività di famiglia. In effetti, era il lontanissimo 1899 quando il nonno Giovanni Agnelli mise in piedi, a Torino, la nota azienda automobilistica.
In questo contesto e contornato dal mondo dei motori, “l’Avvocato”, così definito per i suoi studi in Giurisprudenza (ma senza aver sostenuto l’esame abilitativo), ha riempito il suo garage di prestigiose automobili. Si va dalla Baby Bugatti, fino alla Ferrari 166 MM Barchetta, passando per la Fiat 125 e arrivando alla Fiat 130 Familiare. Ma c’era un’altro modello di cui l’imprenditore era rimasto particolarmente affascinato e dargli torto diviene veramente complicato.
L’amore di Agnelli
Dopo 20 anni dalla sua morte, ancora oggi gli esemplari di veicoli utilizzati da parte “dell’Avvocato” sono fra i più apprezzati a livello internazionale. Sono state parecchie le mostre organizzate in giro per il globo che hanno permesso di ammirare il fascino dei modelli da lui preferiti.
Ma Gianni Agnelli sembrava aver preso di mira un esemplare davvero unico, dato che rimase un concept e non fu prodotto in serie. Purtroppo per lui, non riuscì ad acquistarlo e sembrava ne fosse letteralmente preso. Parliamo della Lancia Kayak, presentata nel 1995 al Salone di Ginevra e che fu prodotta grazie all’interpretazione dell’imprenditore torinese Nuccio Bertone.
Si presenta come una moderna coupé, con delle forme estreme che, però, seguivano la tradizione dell’azienda piemontese. Fu disegnata da parte di Luciano D’Ambrosio con un lungo cofano, che rievocava le auto del passato e con un posteriore corto e a spiovente.
Seguendo la base della Kayak, la Lancia tentò di creare la Kappa, ma non fu un successo e non raggiunse mai l’apice stilistico dell’originale. Agnelli sembrava fremere per poter vedere la Kayak in strada, ma non ci fu seguito al progetto, rimasto in un cassetto e in esposizione nelle varie gallerie d’arte.