In MotoGP i cambiamenti stanno diventando all’ordine della stagione. Ogni anno, infatti, i vertici modificano i regolamenti per accrescere lo spettacolo.
Per decenni il MotoGP ha funzionato senza particolari stravolgimenti. Dopo il passaggio dalle moto 500 a quelle 1000 nel 2002 tutto è rimasto fermo senza particolari scossoni. Sostanzialmente il Motomondiale non aveva bisogno di inventarsi nuovi format per accrescere l’audience. Bastavano le battaglie in pista tra centauri come Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e tanti altri campioni.
Con l’addio di queste leggende, il pubblico ha deciso di allontanarsi dalla classe regina, nonostante i successi della Ducati e ottimi piloti. L’autentico trascinatore delle masse per oltre un quarto di secolo era stato Valentino Rossi. Con il ritiro di quest’ultimo nel 2021, lo scorso anno gli ascolti sono diminuiti in modo vertiginoso, sebbene la sfida al vertice tra Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia sia stata accesa sino all’ultimo round della stagione.
A quel punto gli organizzatori del campionato hanno deciso di puntare con decisione sulle Sprint Race. Un format copiato dalla F1 che però è stato esteso a tutti gli appuntamenti del calendario. Nella massima categoria delle quattro ruote sono previste 6 SR nel 2023. Una scelta che avrebbe dovuto creare maggiori dinamiche in pista, ma ha tolto un po’ di sale anche alla competizione della domenica. Del resto, spesso, a vincere o ad essere competitivi nella gara breve sono gli stessi centauri autori di buoni risultati poi nei GP.
MotoGP, nuova rivoluzione in pista
Il lancio delle Sprint Race ha messo in chiaro la necessità di trovare nuove vie per attirare l’interesse dei più giovani. Il nuovo format ha raddoppiato gli appuntamenti in calendario, mettendo a dura prova anche i piloti. La doppia gara ha portato a numerosi infortuni e ha stravolto le classifiche, attribuendo la metà dei punti ai primi 9 classificati delle SR.
A quel punto la qualifica è stata anticipata, con l’eliminazione di un turno di prove libere che ha messo i piloti in difficoltà. Tutto è stato costruito ad arte per rendere ancor più complicati gli accessi diretti al Q2. Quest’ultimo, del resto, è garantito solo ai 10 rider più veloci nella classifica combinata di prove libere 1 e 2. Il risultato? Tutti sono costretti da subito a prendersi dei grossi rischi, mettendo in secondo piano il setup dei bolidi.
Diversi piloti hanno criticato aspramente la strada intrapresa e per questo motivo si potrebbe andare nella direzione di decidere l’ordine della Q1 e della Q2, esclusivamente grazie alle PL2, dando così possibilità di affrontare con più calma la giornata del venerdì. A quel punto la mezzora della terza sessione di libere avverrebbe, come da consuetudine, prima delle qualifiche del sabato.
Si tratterebbe di una modifica rilevante per i rider, ma arriverà solo a partire dal prossimo anno. Un cambiamento in corso non è stato accettato all’unanimità tra i membri dell’associazione dei costruttori. Forse dal 2024 si avranno anche meno infortuni, dando ai piloti più tempo per prepararsi al meglio alla doppia gara del weekend. Il format rappresenterà un piccolo aggiustamento dopo la rivoluzione del 2023, ma di fatto i regolamenti continuano a cambiare, lasciando sempre più spaesati i fan storici della classe regina.