Il governo pensa ad una riforma del Codice della Strada. Sono previsti tanti cambiamenti, ma quali saranno davvero approvati?
Sin dalla campagna elettorale che ha precedute le ultime elezioni, che hanno visto la nomina di Giorgia Meloni come premier del nostro paese, la coalizione dell’attuale maggioranza ha manifestato la propria intenzione di effettuare diverse modifiche al codice della strada.
A mesi di distanza da quelle concitate fasi di campagna elettorale, la posizione del governo continua ad essere la stessa. In particolare, il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini ha ribadito più volte la necessità di una maggiore sicurezza nelle strade e la volontà di avere regole più stringenti nel codice della strada, giudicato per molti aspetti obsoleto.
Il dibattito sull’argomento è ancora aperto, ma nel frattempo a fare discutere è il tema dell’inquinamento atmosferico e l’ultimo decreto approvato dal governo.
Il nuovo decreto
“Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”. E’ questo il titolo del decreto governativo entrato in vigore lo scorso 13 Giugno. Al centro della normativa i limiti di PM10, PM2,5 e biossido d’azoto, sforati dal nostro paese.
Le procedure inviate dall’Unione Europea contro l’Italia per spingere a risolvere la questione hanno costretto il governo ad intervenire. Grazie a queste norme, si spera che le azioni della comunità internazionale possano venire annullate.
Con il nuovo documento, che punta ad abbassare il livello di inquinamento atmosferico, le regioni e le province autonome potranno intervenire con misure apposite che permettano di abbassare le emissioni.
Basse velocità per un minore inquinamento
In particolare, l’input è quello di agire sui limiti di velocità consentiti su strade e autostrade, anche a carattere permanente. Questo perché una maggiore velocità può aumentare le emissioni di sostanze nocive nell’area da parte del veicolo e dunque produrre un maggiore inquinamento. Accelerando si ha un maggiore consumo di carburante, con conseguente emissione di anidride carbonica (CO2) e ossido di azoto (Nox).
Il tema però continua a portare diverse polemiche, in particolare legate all’effetto negativo che la minore velocità ha sul traffico. Ingorghi e rallentamenti saranno infatti più frequenti, costringendo ad attese in strada più lunghe. In realtà però si è dimostrato che un traffico uniforme come quello imposto dalle basse velocità può risultare anche più fluido, evitando dunque anche i bruschi sbalzi di velocità che favoriscono il consumo di carburante.
Questo sistema può risultare dunque particolarmente utile per diminuire lo smog, a patto che sia ben pianificato e regolamentato, e che sia affiancato con altre misure come per esempio una buona gestione delle aree pedonali e una maggiore efficienza dei mezzi pubblici.