Arriva la decisione inattesa che rende tutto complicato: ecco chi ha protestato di nuovo in merito ad una misura europea per cui sembrava ormai imminente un’intesa tra le tante parti in discussione.
Mettere d’accordo più di una testa per trovare un’intesa su una singola decisione non è per niente facile, figuriamoci se si parla di 27 paesi che nel complesso contano oltre 447 milioni di persone. Sarà per questo che trovare un accordo sulla questione della transizione ecologica, dello stop a motori tradizionali con benzina e diesel per il 2035 ed un accordo sui biocarburanti appare così difficile.
Per il momento ci sono diverse nazioni che si sono opposte con maggiore o minore veemenza al provvedimento ancora in fase di discussione ma nessuno si era mai spinto oltre come questo: la decisione della Polonia di appellarsi direttamente alla Corte di Giustizia Europea arriva in queste ore e trasforma la discussione in un vero e proprio caso legale che potrebbe finire in qualsiasi modo.
La questione dello stop ai motori tradizionali previsto tra una decina di anni circa ha scatenato polemiche un po’ in tutta Europa e se alcuni paesi si limitano a protestare o chiedere almeno una deroga sui biocarburanti che renderebbe la transizione meno traumatica per milioni di persone il Governo di Varsavia ha deciso di passare alle maniere forti, ricorrendo alla giustizia.
La decisione della Polonia
A comunicare la decisione di Varsavia tramite i canali ufficiali, il Ministro dell’Ambiente Anna Moskwa che ha annunciato la volontà del paese di procedere con un ricorso di fronte alla corte di giustizia se necessario: “Non siamo d’accordo con alcuni passaggi del provvedimento e intendiamo rivolgerci alla sede legale appropriata”, ha fatto sapere il politico.
Al momento, quella polacca sembra solo una minaccia che potrebbe però concretizzarsi nei prossimi giorni se l’Europa non si dimostrerà aperta ad ascoltare i dubbi del governo locale in merito al provvedimento. Meglio ancora per il paese se altre nazioni dovessero supportare questa decisione, del resto non mancano i governi avversi a questo cambiamento: “Ci auguriamo fortemente di trovare l’appoggio di altri paesi membri in merito a questa decisione”, conclude il ministro.
Al momento le nazioni che hanno manifestato apertamente ostilità o perplessità verso la decisione europea sono principalmente – oltre la nazione est europea – Ungheria, Repubblica Ceca, Germania e l’Italia che ha richiesto più volte di considerare strade alternative ad una totale transizione all’elettrico.