Si avvicina il tempo delle vacanze e quale soluzione migliore di un camper. Ecco il meno costoso, che però ha un problema.
La sua immagine da giorni sta facendo il giro dei siti e della stampa di settore. Stiamo parlando del camper Lada Granta e il motivo è semplice. Costa davvero poco, considerato che solitamente non si spendono mai meno di trentamila euro per assicurarsene uno di qualsiasi altro marchio.
Se si pensa che il mondo dell’auto sta vivendo un momento delicato, con vendite al di sotto delle attese, soprattutto in Europa, l’interesse suscitato da questo veicolo è davvero incredibile. Sarà perché ormai siamo prossimi all’estate, sarà che andare in albergo è diventato molto costoso, l’alternativa più pratica ha solleticato numerosi palati.
E’ dunque partita la caccia alle informazioni, che hanno però portato ad un vicolo cieco, o meglio ad una brutta notizia. Il camper low cost esiste veramente, ma c’è un ma.
Camper Lada Granta, qual è il problema
Prima di scoprire la natura dell’intoppo dobbiamo fare una premessa. Il Granta non è affatto una novità, bensì circola in Germania già da un anno dove era commercializzato a 29.900 euro, quindi più o meno in linea con gli altri.
Oggi, però, a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina e della conseguente svalutazione del Rublo lo si potrebbe acquistare a 12.800 euro. Peccato che se ci si trova al di fuori del territorio russo non lo si può più fare.
Attenzione però, tale impossibilità non è legata esclusivamente al conflitto bellico. La Lada fa infatti parte del Gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi, ma dal 2019 è stata bloccata nel Vecchio Continente. Ciò significa addirittura dal pre-Covid. E le ragioni sono puramente industriali, visto che le loro vetture a basso prezzo rischiavano di sovrapporsi a quelle della Dacia, in grande spolvero da noi, proprio per la loro competitività commerciale.
A fronte di tale veto, tutte le macchine prodotte dal brand, compresa la Niva 4×4 e appunto il camper oggetto del nostro articolo, non hanno ottenuto la necessaria omologazione, per cui non possono essere venduti in maniera ufficiale nell’UE.
Detto ciò, fatta la legge, trovato l’inganno e qualcuno che per vie traverse importa queste auto e le distribuisce si riesce a trovarlo, ovviamente la somma richiesta è decisamente alta, essendoci un importante rischio di incorrere in sanzioni.
Va sottolineato che il Granta non rientra in tale casistica, poiché è stato allestito da un ente terzo sulla base di un pick up di derivazione Granta. Tra l’altro la berlina è sempre stata omologata solamente per il Paesi dell’est Europa e per la Germania, quindi nella Penisola non è mai sbarcata.
Considerando che l’autovettura stessa era venduta ad una prezzo simile a quello attribuito al camper, è alquanto improbabile che se mai arrivasse il via libera per la commercializzazione nell’Unione lo troveremmo a poco più di diecimila euro. Il sogno dunque rimane tale e chi ha intenzione di dotarsi di un mezzo del genere per girare il mondo dovrà farsene una ragione. Gratis, o quasi non arriva niente.