Dopo l’ennesima prova incolore della Ferrari, Leclerc non ha nascosto la propria delusione. E c’è chi già lo immagina lontano.
Ferrari se ci sei batti un colpo verrebbe da dire, perché in questo avvio di 2023 si sta dimostrando ancora più fuori forma degli anni scorsi, che già non erano stati proprio un tripudio di vittorie. Da inizio marzo in Bahrain ha raccolto un solo podio con Leclerc e poi sono state soltanto amarezze.
Quarta tra i costruttori con appena 100 punti contro i 287 della Red Bull capolista, la Scuderia arranca come pochi e anche nel recente appuntamento del Montmelo non è riuscita ad andare oltre la quinta piazza con Carlos Sainz e l’undicesima con il monegasco. E a pesare c’è anche l’elevato distacco accusato in termini di secondi, senza dimenticare le incomprensioni tra muretto e piloti. Una situazione delicata e poco edificante che difficilmente potrà essere corretta nel breve periodo.
E pensare che al termine del round spagnolo il team principal Frederic Vasseur ha parlato di crescita e di una performance in via di miglioramento. In realtà la sensazione esterna condivisa da molti addetti ai lavori è che il team viaggi nella confusione più totale e non sappia dove mettere le mani.
A tal proposito si è espresso Luigi Mazzola, ex ingegnere dell’era d’oro di Schumacher a Maranello, convinto che la SF23 sia una monoposto dallo scarso potenziale, capace soltanto di fare discretamente il giro secco in qualifica, per poi perdersi totalmente quando si tratta di coprire la distanza e utilizzare gomme che non siano le soft.
Alla luce della totale mancanza di risultati e di una prospettiva che non sembra dare alcuna speranza, Charles, primo della coppia ad essere arrivato Rossa nel 2020, potrebbe presto stancarsi e salutare la compagnia, magari passando alla Mercedes qualora Hamilton dovesse manifestare la volontà di lasciare.
Lui dalla Catalogna ha dichiarato di augurarsi di restare a Maranello fino a 60 anni se la squadra dovesse dare vita ad un ciclo vincente, ma restando con i piedi per terra sembra a dir poco arduo che ciò avvenga prima che il #16 si sia stancato di soffrire.
Sempre l’ex tecnico dell’equipe modenese si è in seguito focalizzato proprio sul corridore da molti definito un predestinato, ma finora capace di lasciare il segno in appena cinque eventi dal suo debutto nel Circus avvenuto nel 2018. “E’ deluso e lo ha manifestato nelle interviste. La sua è un’arrabbiatura gentile. Da signore“, ha affermato, replicando poi a chi punta il dito contro l’attuale line-up.
“Io ho vissuto Prost e Schumi. Non gliela raccontativi, in quanto capivano cosa stava succedendo ed erano in grado di trascinare il gruppo verso l’obiettivo. Qui parliamo di due giovani che non hanno un passato di successo, un blasone“, la sua assoluzione legata appunto ad una questione anagrafica e di esperienza, che rende il peso specifico dei due driver meno rivelante rispetto ai campionissimo. “Se ci fosse Lewis o Max Verstappen non raccoglierebbero molto di più, però sicuramente metterebbero in chiaro ciò che va cambiato e implementato“, ha infine considerato.
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