L’Alfa Romeo ha sempre realizzato delle splendide auto, ma oggi diamo spazio a quella che è forse la più brutta di sempre. Scopriamola.
Oggi torneremo indietro nel tempo, per parlarvi di una creazione del marchio Alfa Romeo, realizzata in collaborazione con una nota azienda italiana, specializzata nel settore automobilistico. La casa del Biscione, al giorno d’oggi, è parte del gruppo Stellantis e vive una fase di transizione, con la produzione che si sta focalizzando del tutto sull’elettrificazione.
La vettura di casa Alfa Romeo che stiamo per introdurvi risale a quasi quarant’anni fa, e con quelle odierne non ha nulla a che vedere, anche se introdusse dei concetti innovativi per quell’epoca. Tuttavia, non ebbe una storia fortunata, visto che il suo destino fu deciso in poco tempo. Ecco a voi la storia di quella che forse è l’Alfa più brutta di tutti i tempi.
Alfa Romeo, ecco questo vero e proprio orrore
Questa è forse l’Alfa Romeo più brutta della storia, visto che le sue forme non sono di certo piacevoli alla vista, anche se va considerato il fatto che è un’auto di tantissimi anni fa, per cui si era abituati a canoni di bellezza ben diversi dai nostri. Stiamo parlando della Z33 Tempo Libero, firmata dalla Zagato, un’azienda italiana che ha il compito di realizzare carrozzerie per le vetture.
Questa società ci ha regalato dei veri e propri capolavori andando indietro nel tempo, ma in questo caso, è proprio il caso di dire che non si è trattato del lavoro del secolo. L’auto in questione la possiamo definire senza problemi un salotto viaggiante, visti gli enormi spazi interni, sicuramente molto comodi, soprattutto per le famiglie o per chi necessitava di parecchio spazio per attrezzi o bagagli vari.
Si tratta di un monovolume compatto, con una lunghezza di 4,0 metri, una lunghezza da 1,72 metri ed un’altezza di 1,60 metri, che si basava sull’Alfa Romeo 33, un modello di grandissimo successo. L’auto fu svelata proprio dalla Zagato al Salone di Ginevra del 1984, e c’è da dire che le sue forme erano piuttosto innovative per i canoni stilistici degli anni Ottanta.
All’interno c’erano delle poltroncine molto comode, e le gambe potevano essere posizionate nel massimo del comfort, vista la presenza dei suddetti grandi spazi interni. Tuttavia, occorre anticiparvi che l’auto non fu mai prodotta in serie, e rimase una sorta di concept car di cui in pochi si ricordano. Il numero 33 ricorda il modello base da cui aveva tratto origine, mentre la dicitura Tempo Libero veniva spesso abbreviata in TL.
Il motore era un quattro cilindri boxer da 1,5 litri, e va detto che, nonostante delle linee non proprio armoniose, poteva avere le carte in regola per andare molto bene sul fronte delle vendite. Il tutto fu però bloccato dalla grande crisi economica che aveva colpito il marchio del Biscione in quegli anni, che non portò mai questa vettura ad essere adibita alla grande produzione. Tramontò così il sogno dell’Alfa Z33 Tempo Libero, che però resta ancora oggi avvolta da un mix di mistero ed “orrore” per via delle sue forme.