Ayrton Senna è stato un mito assoluto della F1, ma a distanza di quasi 30 anni giungono nuove testimonianze su quella maledetta gara.
Il Gran Premio di Imola 2023 è stato rinviato in seguito alla tremenda alluvione che ha colpito la città in provincia di Bologna e in generale tutta la Romagna. Un dramma che sta colpendo migliaia di persone e che involontariamente ha riportato ancora una volta alla memoria un’altra tragedia a Imola, questa volta con protagonista Ayrton Senna.
Era l’1 maggio 1994, una data che è rimasta impressa nella memoria collettiva di tutti gli appassionati del Motorsport. Quel giorno infatti Ayrton Senna perse il controllo della sua Williams all’altezza della curva Tamburello schiantandosi drammaticamente contro il muretto.
Non servirono a nulla i soccorsi e la corsa all’ospedale Maggiore di Bologna, infatti il fenomeno sudamericano perì dopo poche ore. Si tratta di uno dei weekend più drammatici nella storia della F1, infatti nelle qualifiche del giorno precedente morì anche l’austriaco Roland Ratzenberger, grande amico di Senna.
Ayrton non avrebbe voluto correre il giorno seguente, ma la federazione stabilì che lo spettacolo avrebbe dovuto proseguire, dunque poté solamente omaggiarlo con un casco raffigurante la bandiera austriaca. La stessa identica, e assurda, decisione venne però presa anche dopo la morte di Senna, con il pilota Martin Brundle che a quasi trent’anni di distanza ha deciso di attaccare apertamente la FIA.
Brundle contro la FIA:” Arrabbiato per aver ripreso la gara”
Nel 1994 Martin Brundle era a bordo della McLaren e di recente, ai microfoni di Sky Sports, ha voluto esternare tutta la sua frustrazione che porta dentro da 29 anni:” Sono ancora arrabbiato con me stesso per aver ripreso quella gara, si è trattata di una decisione assurda.”
Il pilota britannico racconta come la FIA non disse nulla ai piloti sulle condizioni di Senna, si sapeva solamente che aveva subito un grave incidente. Brundle però ha spiegato come tutti quanti avessero capito che le condizioni del brasiliano fossero critiche, infatti già dal paddock si sentivano i tifosi disperati e le lacrime di tantissime persone.
La premiazione fu estremamente triste, con Michael Schumacher al primo posto davanti a Nicola Larini e Mika Hakkinen, ma quel giorno non venne stappato lo champagne. Solamente 2 ore e 20 minuti dopo il termine della gara ai piloti venne comunicata la tragica sorta di Ayrton Senna.
Hill:” Fu giusto continuare”
Secondo quanto riportato invece da Motorsport-Total, il compagno di squadra di allora di Ayrton Senna, Damon Hill, si è detto comprensivo nei confronti della FIA. “Oggi a mente fredda possiamo valutare se sia stato un errore o meno, ma la pressione che c’era al tempo permette di capire il perché si sia deciso di continuare la gara.”
Anche Damon Hill comunque conferma la versione di Brundle, ovvero che non venne comunicato nulla ai piloti per tutta la gara sulla morte di Senna, ma solamente dopo diverse ore dal termine della prova maledetta di Imola del 1994.