Chi l’ha avuta ce l’ha ancora nel cuore. La FIAT 126 potrebbe tornare a calcare le strade italiane, anche se con qualche differenza.
Piccola e senza pretese. L’ideale per chi doveva fare spostamenti brevi e non aveva esigenze di grandi spazi. La 126, simbolo dell’automotive degli anni Settanta e Ottanta, almeno in Italia, potrebbe presto tornare. Realizzata dal 1972 al 2000, in un’ottica di rilancio dei suoi modelli storici, la FIAT, potrebbe decidere di rimetterla in produzione nel pieno rispetto delle esigenze moderne di mobilità. Una possibilità nemmeno tanto peregrina, visto che il Gruppo Stellantis ha già posto delle date ravvicinate per l’uscita di alcune sue vetture iconiche molto attese.
Ci riferiamo in particolare al SUV segmento B dell’Alfa Romeo, piuttosto che alla 500 in versione elettrica o alla Panda, sempre full electric in programma per il secondo semestre del 2023. E non è nemmeno escluso il rientro sul mercato della mitica 500 Abarth.
Nuova FIAT 126, come potrebbe essere
Intanto, mentre si aspetta l’ok dall’azienda torinese, qualcuno ha voluto immaginarsi come potrà trasformarsi quel gioiellino mignon che era la 126. Sul canale You Tube “damor 85” , è apparso un rendering che mostra un’automobile abbastanza vicina all’originale. Compatta, nuovamente dalle dimensioni ridotte e dalle linee retrò, sposa lo stile “restomod” che tanto va di moda adesso.
Con la conservazione dei profili della tradizione, e l’aggiunta della tecnologia più all’avanguardia per quanto riguarda gli interni. Sul fronte livrea, vengono ipotizzati due allestimenti. Uno total white o panna, l’altro bicolor con una parte superiore bianca e quella inferiore marrone simil legno. Per quanto concerne il motore possiamo solo ipotizzare che restando fedele alla volontà di abbattere le emissioni di anidride carbonica, la scelta ricada su un ibrido o un 100% verde.
Ovviamente siamo nel campo della pura invenzione, ma non è detto che gli ingegneri del colosso euro-americano non prendano spunto da questo video per rendere le idee realtà
Fiat 126, pillole di storia
Cerchiamo ora di ripercorrere le tappe di questa graziosa macchina. Il suo riferimento era la City Taxi progettata da Pio Manzù nel 1968, venne presentata al Salone dell’Auto di Torino nel ’72. Il suo compito doveva essere quello di sostituire la 500, di cui ricopiava la meccanica. La novità principale riguardava la scocca, basata sul principio delle resistenze differenziate per incrementarne la sicurezza. Altri aspetti rivisti rispetto al modello d’esempio, il serbatoio spostato dal bagagliaio al di sotto del sedile posteriore. E il cambio a quattro marce sincronizzato. Dal ’78 verrà anche adottato lo sterzo a cremagliera al posto del sistema a vite.
Per quanto concerne il propulsore non ci furono modifiche. Si trattava infatti del medesimo bicilindrico raffreddato ad aria. La cilindrata era di 594 cm3, per 23 cv. Completamente inediti invece, furono gli interni, i comandi e la strumentazione, abbastanza ben rifinita. Disponibile sia con carrozzeria chiusa, sia con tettuccio apribile il tela, presentava forme squadrate, una discreta abitabilità e prestazioni migliori rispetto alla progenitrice.
Il ’76 fu l’anno della seconda serie con tre varianti. La produzione cessò con l’arrivo del nuovo millennio. 1.352.912 gli esemplari rilasciati dalle fabbriche dislocate in Italia, Polonia, Austria ex Jugoslavia.