Mentre il mercato dell’auto mostra chiari segnali di ripresa, arriva una brutta notizia per Stellantis: cosa sta accadendo
Il piano iniziale era quello di un rafforzamento complessivo senza toccare la forza lavoro già presente. Per questo Stellantis ha mantenuto in piedi tutti gli stabilimenti della produzione italiana ex Fiat e Chrysler. Ma ora arriva una pessima notizia che rischia di cambiare tutto.
Se da una parte infatti il mercato dell’auto ha fatto registrare nel primo quadrimestre 2023 numeri importanti a livello di vendite anche nel nostro Paese, qualcosa non torna. Lo dimostra lo stabilimento campano di Pomigliano d’Arco, storica roccaforte della produzione.
In sede di bilancio 2022, la fabbrica ha toccato le 165mila unità prodotte, cioè un +34% rispetto al 2021, diventando il primo centro di assemblaggio auto in Italia. La crescita dei volumi era rappresentata per la maggior parte dall’aumento di modelli per il nuovo suv Alfa Romeo Tonale con 20.000 unità. Ma anche ad un incremento dei volumi della Fiat Panda, passata nel 2022 da 123.000 a 145.000 unità.
Continuerà ad essere così, perché c’è un contratto firmato. A Pomigliano infatti Panda sarà prodotta almeno sino al 2026 e continuerà anche l’assemblaggio della Tonale. Intanto la produzione nel corso del primo trimestre del 2023 ha raggiunto quota di 46.700 unità, +22,7% rispetto all’anno scorso. E per questo lo stabilimento napoletano risulta quello con la maggiore crescita rispetto all’andamento dell’anno scorso.
Bufera Stellantis, si ferma tutto: cosa è accaduto
Tutto questo però ha significato anche aumentare a due turni sulla linea della Tonale e la cessazione del contratto di solidarietà, con più di 300 lavoratori assunti. In tutto dovrebbe essere garantita la piena occupazione di 4.200 addetti, assorbendo anche i lavoratori del Polo Logistico di Nola per tornare a superare quota 200mila autovetture all’anno.
In realtà però qui nascono i problemi, perché nelle ultime due settimane l’impianto Stellantis a Pomigliano d’Arco ha rallentato decisamente i ritmi di produzione. Non c’entra, come è stato nel recente passato, la carenza di componenti e i ritardi nelle forniture.
Piuttosto la causa è uno sciopero indetto dagli operai, per protestare contro le attuali condizioni di lavoro. Come ha spiegato Mario Di Costanzo, responsabile sindacale Fiom a Pomigliano, l’azienda sta portando avanti una riduzione dei costi impossibile da sostenere. “Questo significa turni massacranti – ha detto alla Reuters – e minori investimenti nello stabilimento così come sulle condizioni di lavoro, inclusa la sicurezza e la salute”.
Alle ore di sciopero indette dai sindacati avrebbe aderito più dell’80% dei lavoratori che ora aspettano le mosse dell’azienda per un tavolo di confronto. Ma Stellantis nega i problemi, confermando che tutto si svolge rispettando il contratto specifico di lavoro. In ogni caso la produzione non sarebbe stata bloccata anche se sono evidenti i rallentamenti.