L’ex compagno di squadra di Michael Schumacher è tornato sull’argomento tanto discusso che ha riguardato una nota rivista tedesca
Sono passati quasi dieci anni dal tragico incidente sulle montagne di Meribel di Michael Schumacher. La famiglia ha sempre mantenuto lo stretto riserbo circa le sue condizioni e come sta oggi il sette volte iridato non è ancora dato saperlo.
I tifosi dell’ex Ferrari hanno accettato loro malgrado la decisione dei suoi cari, limitandosi a sostenerlo con messaggi carichi di affetto e sentimento nei suoi confronti. Le sue gesta in Formula 1 sono ancora vivi nella loro memoria e per questo stanno portando rispetto a chi, ogni giorno, si prende cura di lui a casa.
Tuttavia, in questi anni, ci sarebbe stato qualche paparazzo che ha cercato di sbirciare da fuori dalle finestre della sua abitazione per scattare fotografie da rivendere poi ai giornali per fior di quattrini. Fortunatamente, nulla è venuto fuori, almeno per il momento, anche se nelle scorse settimane la nota rivista tedesca Die Aktuelle ha piazzato sulle proprie pagine una particolare intervista a Michael realizzata, però, tramite l’intelligenza artificiale. La notizia ha creato lo sdegno generale tra i fan più veri e tutti i cari dell’ex pilota, tanto che la famiglia, ha fatto sapere la Reuters, avrebbe intrapreso azioni legali contro il giornale.
Dal giorno della pubblicazione dell’intervista sono passate alcune settimane, ma di recente Johnny Herbert si è espresso in merito alla vicenda ai microfoni di Ice 36 nel quale non ha usato mezzi termini nel parlarne.
“Quell’intervista è stata spaventosa” ha dichiarato l’ex compagno di squadra di Schumacher ai tempi della Benetton. “Questo è il mondo moderno e folle dell’AI e quanto può essere pericoloso – ha aggiunto –. È stato un ottimo esempio di come non andrebbe mai usata“.
Tuttavia, Herbert riconosce che, quantomeno in parte, sulla vicenda di Michael ci sarebbe un “fascino infinito” e ciò perché la sua “è una storia che non ha ancora avuto una fine“, anche se, come ha detto, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale fatto dalla rivista è stato del tutto sbagliato. L’ex pilota britannico ha poi proseguito l’intervista dicendo di non avere alcun contatto con la famiglia, ma anche ricordando alcuni tratti del campione tedesco.
“Non ci siamo sempre visti negli occhi – afferma –. Era spietato, ma è per questo che ha ottenuto ciò che ha ottenuto“. Schumi, del resto, non ha mai nascosto la sua fame di vittoria e, anche grazie al suo smisurato talento al volante, è riuscito a scrivere pagine indelebili di storia della Formula 1.
“Aveva un modo tutto suo di correre – ricorda Herbert –. È stato fortunato ad avere intorno a sé persone giuste come Flavio Briatore, così come Ross Brawn e Rory Byrne che ha portato alla Ferrari“. Poi ha aggiunto: “Ricordo che Ross disse che Michael era il miglior pilota con cui avesse mai lavorato. Perciò avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui, e intendo qualsiasi cosa“.
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