Anche nel weekend del Gran Premio di Miami a tenere banco è il mercato in vista della prossima stagione: l’annuncio su Leclerc mette i brividi
La Formula 1 che parla sempre più statunitense è tornato a Miami per il primo dei tre appuntamenti stagionali a stelle e strisce. Un anno fa il sigillo di Max Verstappen in Florida che ottenne il terzo successo della stagione partendo dalla seconda fila perché la prima era tutta occupata dalle Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz, poi secondo e terzo al traguardo.
Quello che abbiamo visto a Baku, tracciato cittadino come questo ma molto più tortuoso, induce un cauto ottimismo al muretto di Maranello, anche se il monegasco non si sbilancia. Questo, nonostante il primo turno di Libere chiuso in ottima posizione e con un distacco contenuto.
Ma in compenso il passo gara mostrato da Max Verstappen è sembrato ancora una volta in grado di umiliare tutti gli avversari, Rosse in testa. E certo non ha giovato l’incidente di Charles che è andato a sbattere in curva 7 quando mancavano ancora circa 10 minuti alla fine.
Sulla sua SF-23 sono stati montati un fondo nuovo e il secondo cambio della stagione, anche se in realtà i veri aggiornamenti arriveranno soltanto a Imola, fine maggio. Intanto però, dopo aver ammesso le sue colpe nell’incidente, Leclerc ha anche fatto il punto della situazione.
Come era già stato in Azerbaigian, la ferrari potrà essere in grado di lottare per la pole, perché sul giro secco è tornata competitiva. Discorso diverso in gara, perché ancora manca qualcosa rispetto alla concorrenza e lui non vuole illudere nessuno.
Il problema di Maranello non è solo migliorare la monoposto per renderla competitiva in questa stagione, ma anche dare un motivo a Leclerc per restare. Oggettivamente è uno dei tre piloti più forti nel Circus, insieme a Verstappen e Hamilton. Ma come il britannico non ha una vettura alla sua altezza e sta pagando fin troppo
Ecco perché chi conosce bene l’ambiente Ferrari non si fa illusioni. L’ingegner Luigi Mazzola ha fatto parte di un gruppo storico, perché ha cominciato a lavorare lì nel 1988 ed è rimasto fino al 2009 con un ruolo strategico decisivo.
Era il responsabile tecnico delle attività test, quindi ha coordinato tutte le operazioni propedeutiche a vincere 6 Mondiali piloti con Michael Schumacher e Kimi Raikkonen ma anche otto titoli dei Costruttori. Oggi invece fa l’opinionista a Sky Sport e il formatore in grandi aziende ma sa bene quello che succede nel mondo della Formula 1.
In particolare a Maranello hanno due problemi come ha spiegato al quotidiano QN. “Leclerc alla fine del suo contratto se ne andrà. Ma forse non sarebbe male dargli un direttore tecnico all’altezza del suo talento”. Ecco, il secondo problema è che nell’attuale organico manca una figura strategica come quella di Ross Brawn per Jean Todt ai tempi dei trionfi in serie di Schumi. E lui lo sa bene.
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