Pensare ad Ayrton Senna non può che evocare una sensazione di rimpianto, ben sapendo quanto il suo talento fosse indiscusso e quanto successi avrebbe ancora potuto ottenere. Ora emerge una verità inaspettata che lega il suo nome alla Ferrari.
Solo pochi giorni fa, il 1° maggio, è stato celebrato il 29esimo anniversario dalla morte di Ayrton Senna, vittima di un terribile incidente in pista a Imola, da cui poi non si è più ripreso. All’epoca il brasiliano aveva solo 34 anni, proprio per questo aveva ancora diversi anni di carriera davanti e la possibilità di rendere ancora più ricco il suo palmares (ha conquistato il titolo per tre volte).
Provare una sensazione di amarezza e rimpianto ben sapendo quanto lui fosse talentuoso non può che essere inevitabile. E non deve sorprendere sapere quanto sia ammirato ancora oggi, anche dai più giovani, che hanno avuto modo di ammirarlo in Tv o attraverso i racconti degli adulti.
Ayrton Senna è ancora amatissimo
Non è così semplice trovare un pilota che resti nel cuore degli appassionati a distanza di tempo dal suo addio alle corse, anzi gli esempi si possono contare sulle dita di una mano. Due tra questi sono certamente due campioni vincenti ma sfortunati, anxhe se in modo diverso: Michael Schumacher e Ayrton Senna.
L’affetto nei confronti del tedesco è infatti diventato ancora più forte dopo il terribile incidente sugli sci che lo ha visto coinvolto nel dicembre del 2013, mentre nel caso del brasiliano non può che esserci una sensazione di rimpianto per il suo incidente, avvenuto però in pista e per lui fatale. Il 34enne, infatti, si trovava alla guida della sua Williams, finita alle 14.17 del 1° maggio 1994 contro la curva del Tamburello sulla pista di Imola. Quello può essere tuttora ribattezzato “weekend maledetto“, visto che nelle prove libere del venerdì era stato Rubens Barrichello ad avere un brutto incidente, mentre il sabato a perdere la vita in seguito a uno schianto era stato Roland Ratzenberger.
Pur non avendo mai corso con la Ferrari, Ayrton era amatissimo anche dagli appassionati italiani. Non solo per il suo talento indiscusso, ma anche per la sua personalità, unita alla durezza che sapeva mettere in gara, caratteristiche che gli hanno permesso di entrare nel cuore del pubblico.
Mai insieme alla Ferrari
Tanti appassionati italiani si sarebbero sentiti onorati all’idea che Senna potesse guidare una “Rossa”, specialmente perché negli anni ’90 la monoposto era considerata buona, pur dovendo avere a che fare con avversari agguerriti. Ma davvero non c’è mai stato alcun avvicinamento tra Ayrton e la Ferrari?
Le strade in realtà erano state davvero vicine, anzi il pilota avrebbe davvero desiderato approdare a Maranello, ma una serie di circostanze non lo hanno reso possibile. Il primo corteggiamento risale al 1990, ad opera di Cesare Florio, che era stato team principal dal marzo 1989 all’inizio del 1991. A bloccare tutto ci ha pensato poi Gianni Agnelli, che a sorpresa ha deciso di confermare Alain Prost. “Ero stato a casa di Ayrton in Brasile – aveva raccontato a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Avevo portato avanti una trattativa per portalo alla Ferrari, ma mi hanno impedito di andare avanti, per questo ho capito che avrei dovuto lasciare perdere”.
Un nuovo tentativo è stato però fatto nel 1993 da parte di Jean Todt, che avrebbe voluto ingaggiarlo nel 1995. Non solo, anche Luca Cordero di Montezemolo, allora presidente della scuderia, si era mosso in prima persona per fargli sapere tutta la stima del team nei suoi confronti. Entrambi si erano accordati per rivedersi dopo il Gp di Imola, ma le circostanze hanno impedito che il progetto potesse concretizzarsi.