La Fiat è da sempre la prima in capo per le sperimentazioni. Così, negli anni, i suoi modelli hanno sperimentato nuove vetture che potessero adattarsi alle esigenze: la Fiat ha cambiato il volto dell’Italia in movimento, ecco come.
Da sempre emblema dell’italianità e del Made in Italy, Fiat ha sfidato ogni limite negli anni, producendo e progettando modelli di automobili sempre al passo con i tempi e con le esigenze del mondo in evoluzione. Ecco quindi che, negli anni, i modelli di Panda elettrica si sono evoluti sempre di più, rappresentando dei veri precursori delle moderne auto elettriche in circolazione.
Non è stato un percorso facile quello di progettare auto che combinassero le varie esigenze dei consumatori: tra prestazioni alte, comodità e bassa metratura per consentire anche facilità di parcheggio, i modelli Fiat Panda, 500 e 600 sono stati riprogettati varie volte, con modifiche essenziali per migliorarle.
La storia della Fiat Elettra
Negli anni ’70, quando le auto iniziarono a comparire sempre più numerose nelle città urbane, la Fiat iniziò a comprendere che le necessità dei consumatori andavano soddisfatte, creando modelli sempre più a portata di budget familiare e sempre più accessibili anche per i consumi. Inoltre, l’alto tasso di popolamento di quegli anni nelle città faceva crescere smog e inquinamento: così, Fiat, attenta ai cambiamenti, capì la necessità di spostare la produzione verso modelli elettrici che potessero unire le varie esigenze.
Nasce così Panda Elettra, l’auto della Fiat degli anni ’70 che racchiudeva tutte le necessità dei consumatori di quel tempo. Questa auto era però non priva di difetti: in primis c’era il problema della poca autonomia delle batterie elettriche che, nelle loro primissime sperimentazioni, potevano percorrere pochi chilometri con una sola carica; in più, il difficilissimo reperimento delle batterie le rendeva anche molto costose.
La ripresa negli anni ’80
Negli anni ’80, quindi, il progetto Elettra venne ripreso e migliorato: prima di tutto venne creato un modello a sé di Fiat Elettra destinato per brevi tratte, quindi per un uso quotidiano e cittadino della vettura. Inoltre, le dimensioni della Elettra furono riviste per essere più piccole e “parcheggiabili” in città metropolitane sempre afflitte dal problema dei posti auto.
La batteria fu portata a 12 batterie da 350 chili, con un’autonomia di 100 km con una velocità 50 km/h. C’era ancora qualche difetto in questa versione: i 350 chili di batterie erano davvero troppo pesanti per le sospensioni della Panda, che quindi andarono ad essere rinforzati, arrivando a un peso complessivo dell’auto di 1.150 chili. Lo spazio interno, poi, non era sufficiente poiché la grossa mole delle batterie comprimeva tutto lo spazio del bagagliaio.
La versione rinnovata degli anni ’90
L’Elettra era però un’auto davvero comoda e facile da guidare. Ecco perché si pensò a una sua versione Elettra 2 per modificare anche gli ultimi difetti della versione precedete. La batterie venne rinnovata, arrivando a quella a 23’7CV di nichel e cadmio; la durata delle batteria era arrivata a reggere i 100 km a una velocità di 85 km/h, davvero una rivoluzione nel campo delle automobili utilitarie in elettrico.
L’Elettra 2 rimase in produzione fino al 1998, quando la sua produzione fu spostata in Polonia e rimase attiva fino al 2005. La Fiat, quindi si è sempre fatta portavoce dell’innovazione in campo automobilistico e continua a essere un esempio per tutte le auto elettriche di oggi.