Nel momento in cui si ritira dalla Formula 1 uno dei campioni più apprezzati non può essere un colpo al cuore per tifosi e addetti ai lavori. Se la decisione arriva però in un momento inaspettato, la sorpresa non può che essere più forte.
Un mondo come quello della Formula 1 impone la necessità di resistere a tante pressioni, non solo nel corso delle gare, ma anche nei periodi in cui ci si avvicina a queste, specialmente se si ha la possibilità di correre su circuiti che possono essere considerati favorevoli per le caratteristiche di un pilota e della sua monoposto. In quel caso un errore può costare caro e diventa necessario costruirsi una corazza per dover sopportare le critiche, che possono diventare in molti casi anche spietate.
Una regola come questa vale un po’ per tutti, non solo per gli eventuali figli d’arte che decidono di intraprendere una carriera in questo sport, chiamati a sopportare anche i confronti, come ha avuto modo di verificare nella scorsa stagione Mick Schumacher, figlio di Michael. Chi fatica a sopportare tutto questo non dovrebbe però reputarlo come un fallimento sul piano personale.
Gli addii in Formula 1 a volte fanno male
Dire addio al mondo dello sport, specialmente se si è reduci da una carriera ricca di soddisfazioni, non è mai semplice. A volte, infatti, può spaventare anche solo l’idea di dover dire interrompere una quotidianità ormai consolidata, come aveva ad esempio confessato anni fa Valentino Rossi.
Chi è abituato a giornate ricche di impegni, con scadenze e orari ben definiti, può pensare di non riuscire a reggere quello che si prova quando ci si ritrova a non avere più molti impegni. Ed è anche per questo che molti arrivano a ritardare il più possibile questo momento, magari arrivando a farlo quando ci si rende conto con i fatti di non essere più in grado di competere ad alti livelli con gli avversari.
A volte, però, c’è chi fa l’esatto contrario e preferisce agire d’anticipo, magari prendendo la decisione quando si è al massimo, in modo tale da lasciare a tutti, addetti ai lav ori compresi, un bel ricordo. Non c’è comunque una teoria più giusta dell’altra, è bene precisarlo, cosa che vale anche quando un protagonista della Formula 1 decide di appendere il casco al chiodo”.
Le motivazioni di una scelta inaspettata
A distanza di anni è Nico Rosberg a rivelare cosa l’abbia spinto a dire addio alla Formula 1 in un momento in cui in pochi se lo sarebbero aspettato. Il tedesco, infatti, ha dato l’annuncio proprio all’indomani della conquista del titolo nel 2016, arrivato al termine di una stagione davvero emozionante, in cui lui aveva dovuto combattere proprio con il suo compagno di squadra in Mercedes: Lewis Hamilton.
Ancora adesso l’ex pilota può essere orgoglioso di quel successo perché lui è stato l’unico a riuscire a battere il britannico negli ultimi anni, cosa che solo adesso sta riuscendo a Max Verstappen, ma con una macchina che sembra avere davvero pochi tivali.
L’attuale commentatore Tv sembra essere quindi tra quelli che dimostrano quanto non sia necessario attendere il momento in cui non si riesce più a dare il meglio di sé per appendere il casco al chiodo, ma sia meglio farlo quando si è all’apice. Il rischio concreto, però, in questi casi è di provare un po’ di rimpianto perché magari il suo palmares avrebbe potuto essere più ricco.
Ora lui come la pensa? Quella è stata davvero la scelta giusta? È lui stesso a spiegarlo: “Io temevo che a quel punto non sarei stato più abbastanza bravo – ha detto in un’intervista al magazine Men’s Health -. Se quello fosse successo nessuna squadra mi avrebbe più voluto”. Oltre a quello c’è un altro aspetto che lo aveva convinto più di tutti: essere riuscito a superare il suo grande rivale: “Era tutto perfetto così, non potevo fare altro”.