Se hai pagato il Bollo Auto e non hai più usato l’auto per questo motivo, non è detto che tu debba tenerti la spesa senza fiatare. Ecco i casi in cui il pagamento può essere annullato, facendoti tornare in tasca i tuoi soldi.
Pagare il famoso Bollo Auto resta una delle spese più fastidiose per milioni di automobilisti italiani che possono evitarla solo in determinate circostanze, ma cosa succederebbe se lo pagassi per poi non usare mai più l’automobile perchè è successo qualcosa di grave?
Niente paura perché esiste una scappatoia legale per chiedere il rimborso della tassa, nel caso ti trovi in questa situazione. Vediamo cosa devi fare quando la tua vettura letteralmente cessa di esistere e ti viene comunque imposto di pagare la famosa tassa.
Nell’immaginario comune – e possiamo dire che qualcosina di vero in queste voci c’è – le autorità sono sempre molto solerti nel riscuotere il denaro dei cittadini ma non lo sono altrettanto quando si tratta di rimborsarli. Può capitare per esempio che un cittadino si sbagli pagando una tassa che non dovrebbe saldare, che paghi troppi soldi o addirittura che spenda denaro per un bene che non esiste. Ci spieghiamo meglio.
Conoscete tutti il Bollo Auto, vero? Se possedete un’automobile qualsiasi lo avrete pagato almeno una volta a meno che non rientriate in quelle categorie di automobilisti che per vari motivi, come abbiamo già spiegato in varie occasioni, possono fare a meno di saldare la tassa senza rischiare di fatto un bel niente. A volte, pagarlo può rivelarsi una pessima decisione.
Supponiamo che dopo aver pagato il Bollo Auto che ha una validità di un anno, ben dodici mesi quindi, decidiate o siate costretti a rottamare la vostra automobile perchè è proprio arrivata alla fine della sua via operativa. Certo, avreste dovuto fare un check dal meccanico prima di pagare la tassa per decidere questa cosa ma ormai, la frittata è fatta. Quei soldi sono andati persi?
Non è detto. Ci sono determinate condizioni a cui potete richiedere il rimborso del Bollo Auto nel caso la vostra vettura, dopo tutti quei chilometri assieme, sia finita a rimpinguare di parti di ricambio lo sfascio locale. L’importante è tenere da parte tutti i documenti che attestano l’avvenuta rottamazione prima di muoversi per chiedere ed ottenere il rimborso.
A patto che abbiate conservato i documenti, che abbiate aspettato non più di dodici mesi – la scadenza della tassa in pratica – prima di presentarvi per l’iter di rimborso e soprattutto che abbiate seguito alla lettera le procedure regionali che variano di territorio in territorio come potete constatare sui siti ufficiali delle Regioni in questione, potete farvi ridare i soldi spesi.
Il problema semmai è un altro: ci sono al momento soltanto cinque Regioni italiane che vi consentono di ottenere il rimborso e anzi, per essere precisi, le Regioni sono Lombardia, Piemonte e Veneto a cui si aggiungono i territori autonomi di Trento e Bolzano che hanno regole ad hoc per i loro abitanti. Se non abitate qui non potrete presentare alcuna richiesta.
E cosa succede invece con l’RC della vostra vettura? Anche qui le politiche variano di polizza in polizza ma generalmente, le compagnie assicurative vi rimborsano dei mesi in cui non avete goduto dell’assicurazione a patto di avere il certificato di avvenuta rottamazione e di aver rispettato le regole dettate dall’azienda a cui vi siete affidati.
Sognate di andare a tavoletta su una 500 come fosse un'auto da corsa? Ora è…
Le forze dell'ordine hanno recentemente fatto una scoperta sconcertante: sul territorio italiano c'è un numero…
Nell’ottica di promuovere la diffusione e l’uso sempre maggiore di automobili poco inquinanti, la rottamazione…
Oggi vi parleremo di un'Alfa Romeo Giulia molto sfortunata che, pur essendo eccezionale per il…
Attenzione alle ultime novità per quanto riguarda gli incentivi Auto. I fondi dovrebbero essere sbloccati…
L'attesissimo restyling della Fiat Panda potrebbe avere un prezzo di listino davvero alla portata per…