La prima auto prodotta da Piaggio è un flop, sia a livello di design che di vendita. Insuccesso a sorpresa per la casa motoristica.
Un’eccellenza tutta italiana del settore motoristico. Stiamo parlando di Piaggio, storica azienda di Pontedera, fondata da Rinaldo Piaggio addirittura nel 1884.
Da sempre Piaggio opera nel settore scooter, moto e ciclomotori utilizzando i marchi Piaggio, Aprilia e Moto Guzzi; è attiva inoltre nel trasporto leggero a tre e quattro ruote.
Piaggio ha realizzato due dei prodotti italiani di disegno industriale più famosi di sempre in tutto il mondo, lo scooter Vespa ed il motocarro Ape. Ma non solo: forse non tutti sanno che l’azienda toscana si lanciò anche nella produzione, non fortunata, di autovetture a 4 ruote.
L’esperimento targato Piaggio scoccò negli anni ’50, quando Rinaldo Piaggio, come detto patron e fondatore dell’azienda pisana, decise sotto indicazione dell’ingegnere Corradino D’Ascanio di creare una automobile sullo stile della fortunatissima Vespa.
Ecco dunque spuntare la cosiddetta Vespa Acma 400. Si trattò di una city car compatta dal motore monocilindrico a due tempi, da 13 cv. Il cambio di questa avveniristica berlina è a tre rapporti, più la retromarcia. Ed ancora: tettuccio apribile e, per i più freddolosi, riscaldamento interno. Le forme, con quei grossi fanali circolari e i lati teneramente smussati, sono ammiccanti.
Il problema è che il colosso automobilistico italiano Fiat sta lavorando, in quegli stessi anni, all’erede della storica Topolino sullo stesso segmento della Vespa 400. La famiglia Agnelli non vuole competizioni interne e dunque si accorda con la Piaggio: la Vespa a quattro ruote sarà prodotta solo per il mercato francese, mentre in Italia spopolerà la primissima Fiat 500.
Un accordo che portò però ad un flop clamoroso per l’ultima idea a 4 ruote della Piaggio. Infatti inizialmente, nel 1957, la Vespa 400 fu presentata al salone dell’automobile di Parigi e ottenne grande interesse, con centinaia di prenotazioni per la nuovissima utilitaria.
Ma nel giro di pochi mesi, tra la lontananza del settore produttivo e le competitor internazionali già più affidabili, la Vespa 400 fu sepolta da un cumulo di cenere e polvere. Anche perché i compratori guardavano al marchio Piaggio come un’eccellenza delle due ruote, non certamente invece competitiva per il settore automotive.
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