Circolano tante storie e leggende su Michael Schumacher, il pluricampione di Formula Uno che purtroppo giace ancora ferito dopo l’incidente di Meribel in sci con i familiari che non rilasciano dichiarazioni. Questa è piuttosto singolare e pochissimi eletti la conoscono nonostante l’enorme popolarità del pilota.
Pochi corridori in Formula Uno possono vantare una popolarità anche lontanamente paragonabile a quella di Michael Schumacher, pilota tedesco capace di portare a casa ben sette titoli mondiali, due con la Benetton di Briatore e ben cinque con una Ferrari che prima del suo arrivo era spesso costretta a rincorrere Williams e McLaren in pista ogni domenica.
Una storia sul campione fa scalpore e mostra a tutti di che pasta era fatto il suo casco personale con cui correva ogni settimana a velocità folli sulla sua monoposto inglese o italiana. Oltre all’aneddoto sul campione, questa storia ci fa capire quanto sono davvero al sicuro i piloti di Formula Uno e quanto sono…dure le loro teste!
Ancora nei ricordi
Pochi piloti sono rimasti legati all’immaginario dei fans come Michael Schumacher, grande pilota famoso con la livrea di Benetton ma soprattutto con quella di Ferrari con cui ha condotto epiche battaglie soprattutto con David Coulthard e la sua McLaren con cui il tedesco arrivò quasi alle mani dopo un contatto sulla pista delle Ardenne nel 1988 o con Fernando Alonso.
Il pilota tedesco insomma è ancora oggi una leggenda delle corse nonostante si sia ritirato una decina di anni fa a vita privata prima di un drammatico incidente che ha lasciato i fans sconcertati dato che ad oggi ancora non sappiamo cosa ne sia stato del pilota la cui salute viene tenuta segreta dalla famiglia che non vuole – giustamente – attenzioni fastidiose da parte della stampa.
Sicurezza in pista
Ai tempi di Michael Schumacher, gli incidenti in pista erano molto più comuni rispetto ad oggi: giusto nel Gran Premio di San Marino del 1994 che lo stesso Schumi stava per vincere, avevano perso la vita nel giro di poche ore Ronald Ratzenberger ed Ayrton Senna in tragiche circostanze dopo un’uscita di pista. Per questo nel corso degli anni la FIA ha sottoposto a misure di sicurezza sempre più stringenti piloti, monoposto ed attrezzature.
In particolare sono fondamentali i caschi che i piloti indossano in pista che servono a tutelarsi da eventuali incidenti o addirittura dall’eventualità che la monoposto di ribalti come successe in un’occasione a Jarno Trulli che si salvò anche grazie ad una buona dose di fortuna. Ecco perchè questi strumenti di sicurezza sono stati sottoposti sempre a duri test per verificarne la residenza.
Resistere ad un carro
Uno dei caschi preferiti di Schumi per sua stessa ammissione è stato il durissimo Schuberth RF 1.5 che il campione indossò in innumerevoli gare e che stando alle informazioni diffuse dalla ditta, poteva resistere praticamente ad ogni cosa. Non ci credete? Tutte le ditte direbbero qualcosa del genere su un loro prodotto ma attenzione a dubitare perchè con l’RF 1.5 è stato condotto un esperimento che non ha precedenti.
Il casco venne sottoposto ad un incredibile test di resistenza di cui potete vedere una fotografia qui sopra facendolo resistere al passaggio di un carro armato leggero Scorpion dell’esercito britannico pesante ben otto tonnellate! La struttura in carbonio dell’elmetto resistette, provando a tutti che questo prodotto era davvero “Il miglior casco che il denaro potesse comprare” all’epoca della sua uscita in produzione nel 2004, quando lo stesso Schumi decise di adottarlo.
Pochi lo sanno ma un casco simile ha salvato la vita a Felipe Massa nel 2009 quando il pilota brasiliano si è preso in piena fronte una molla di metallo dopo un incidente che per fortuna non è bastato ad ucciderlo o ferirlo gravemente. Pesante circa un chilo e mezzo, il casco costava la bellezza di 20.000 Euro. E grazie che era così resistente. Forse è una domanda inopportuna ma viene da chiedersi se Schumi sarebbe ancora tra noi se avesse indossato questo quel maledetto giorno in cui è caduto in montagna.