Il bollo auto è da tempo una delle tasse più odiate da parte degli automobilisti. Le conseguenze per chi decide di non pagarlo possono però essere davvero pesante, per questo sarebbe bene che tutti ne fossero a conoscenza.
Le spese che ogni possessore di un veicolo deve sostenere sono diverse, ma sono tutte fondamentali se non si vuole incorrere a sanzioni decisamente pesanti. Tra queste ci sono certamente assicurazione e bollo auto, che devono essere versati con cadenza annuale. I due si differenziano però per un aspetto importante: òa prima può essere personalizzata, mentre il secondo è douto indipendentemente dall’utilizzo del mezzo (anche se questo dovesse restare per mesi in garage).
L’rC Auto spesso può essere decisamente costosa, ma deve essere considerata come una tutela aggiuntiva nel caso in cui si dovesse essere coinvolti in un sinistro. In quel caso, infatti, sarà la compagnia assicurativa a prendere contatto con quella dell’altro conducente e a provvedere al rimborso, a fronte di un piccolo aumento del premio da pagare.
In più occasioni le diverse forze politiche che si sono succedute al governo hanno parlato di una possibile abolizione del bollo auto. Alla fine però questa idea si è tradotta in un proclama e poco altro, mai tradotta in realtà. Certamrnte questa possibilità sembra da escludere con l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che è arrivato anche a ridurre le accise sulla benzina, provvedimento che era in vigore da tempo con Draghi e che permetteva di risparmiare fino a 30 centesimi al litro.
Non sembrano comunque esserci dubbi su quale sia l’aspetto meno gradito della tassa. Questa può essere infatti considerata come un’imposta di possesso, perché legata proprio al possesso della vettura, esattamente come il canone Rai, dovuto perché si ha una Tv, indipendentemente dal fatto che la si utilizzi o meno.
Anche chi dovesse tenere il proprio mezzo per mesi in garage sarà quindi tenuto a versare l’importo previsto, che varia sulla base della potenza e della classe del veicolo.
Queste caratteristiche del bollo auto rendono praticamente impossibile pensare di farla franca ed evitare di pagare, salvo alcune deroghe decise dalle Regioni (resta un’imposta su base regionale). Le sanzioni e gli interessi scattano in realtà già dal primo giorno di ritardo del versamento, a seconda di quanto tempo è trascorso.
Entro i 14 giorni è previsto l’aumento minimo (0,1% dell’imposta per ogni giorno di ritardo), mentre entro i 30 giorni arà pari all’1,5%. Entro i 90 giorni si sale 3,75% per passare al 4,286% se si rimane entro il secondo anno di scadenza. Qualora si dovessero essere superati i due anni dalla scadenza, non sarà più possibile optare per il ravvedimento operoso (la regolarizzazione degli importi in sospeso), ma si dovrà pagare il 30% in più rispetto a quanto inizialmente dovuto.
Tutte le persone che non hanno provveduto a saldare l’importo previsto riceveranno una cartella esattoriale in cui sarà indicato quanto dovuto, con l’indicazione dell’incremento rispetto al tempo trascorso. Se nemmeno in questo caso si dovesse provvedere, scatterà il fermo dell’auto o il pignoramento dei beni.
Per alcuni, però, sarà possibile usufruire di qualche agevolazione. È il caso delle cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2000 e 30 giugno 2022, per cui sarà possibile evitare il pagamento delle sanzioni , oltre agli interessi di mora. Nel caso delle cartelle affidate entro il 31 dicembre 2015 al di sotto dei 1.000 euro, invece, non si dovrà corrispondere nulla grazie alla rottamazione quater decisa dal governo.
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