Mobilità sostenibile. Una delle grandi sfide di Eni, che ha lanciato sul mercato il suo nuovissimo diesel. Alcune auto lo possono già usare.
È la nuova ‘corsa all’oro’. Entro il 2035, infatti, non si potranno più immatricolare per legge macchine con motori termici. Una scelta che investirà tutta l’Unione Europea e ovviamente non sono mancate le polemiche. Al netto di tutto questo, però, resta la ‘data di scadenze’ e tutte le grandi case automobilistiche sono al lavoro per non farsi trovare impreparate.
Un cambio epocale. O forse è meglio parlare di rivoluzione, per quello che concerne il mondo delle quattroruote. A dire il vero questa ‘corsa’ è iniziata già da un po’ di tempo e sul mercato si possono già acquistare vetture ibride (full o mild hybrid) o quelle 100% elettriche. Restano comunque i dubbi, di chi non vede di buon occhio la svolta green. E poi resta aperta la questioni carburanti. Cosa faranno le multinazionali del petrolio?
Eni e il suo biocarburante Diesel
Qualche indicazione in più arriva da Eni e il suo diesel senza petrolio. Fatto al 100% con oli usati di frittura, grassi animali. Oli vegetali (estratti da colture in terreni marginali e non in competizione con la filiera alimentare). Ma anche residui della cosmetica. Tutte materie prime rinnovabili. Anche questa è una scelta che evidentemente strizza l’occhio alla questione ambientale.
Eni per questo progetto ha scelto il nome HVOlution. Ed è già in vendita in 50 stazioni di servizio. Entro il mese di marzo però sarà implementato il numero delle pompe di benzina che offrono questa alternativa, si salirà a ben 150. L’obiettivo è quello di arrivare a tutti i disturbatori del Gruppo, nel nostro paese.
Una novità per tanti, ma non per tutti. Perché questo carburante è già in uso in diverse aziende come la Fercam o all’aeroporto di Roma. Questione costi. Il prezzo è di 10 centesimi più alto (al litro) rispetto a Diesel normale. Lo stesso rispetto all’ dell’Eni Diesel+ e che contiene di suo il 15% di HVO.
Chi può utilizzare il nuovo Diesel?
C’è proprio una società apposita, Eni Sustainable Mobility, che fa parte della multinazionale, che si occupa di questo. E da gennaio si dedica alla mobilità sostenibile. Stiamo parlando del secondo produttore in Europa. Ma chi è che può utilizzare questo carburante? Automobili e camion che montano motori Diesel Euro 5 e 6, ma che devono essere compatibili con EN 15940 (XTL). Basterà controllare sul proprio libretto di circolazione.
Una scelta per inquinare meno. E in questo caso, nonostante l’azienda non si sia ancora sbilanciata, si può fare un primo bilancio con i numeri di chi utilizza Hvo da qualche tempo. Come Scandinavia, Svezia e Danimarca. Dove si può scegliere il diesel con materie prime rinnovabili, lo stesso di Eni, da un anno. I numeri parlano chiaro: riduzione delle emissioni di Co2 dal 60% fino al 95%. Tutto questo mantenendo invariate le prestazioni.
Eni Sustainable Mobility però ha già parlato di questo progetto. L’ha fatto l’amministratore delegato dell’azienda, Stefano Ballista. Che ha dichiarato che questo biocarburante è già fondamentale per dare alla decarbonizzazione della mobilità. Un’alternativa alle macchine elettriche o quello a idrogeno. In attesa che arrivi il 2035.