E’ uno degli argomenti più scottanti del momento, e sicuramente interesserà a milioni di automobilisti. I dettagli.
L’AdBlue. Uno dei congegni più importanti e discussi attualmente sull’intero panorama automotive, specialmente per quanto permane il diesel. Pare che ci sia una scorciatoia per spendere meno, con un ‘trucco’ che permetterebbe a molti automobilisti di risparmiare moltissimo.
Tuttavia, ed è bene che sia molto chiaro tale concetto, è assolutamente illegale. Una procedura decisamente da evitare, se non si vuole andare incontro a guai ben più grossi di un carburante troppo costoso. Già, ma perché è illegale? In questo articolo scopriremo cosa lo rende tale e perché è decisamente meglio evitare tale soluzione.
Cos’è e a cosa serve
Intanto, cerchiamo di capire cosa effettivamente sia l’AdBlue. E’ un vero e proprio alleato per quanto riguarda l’utilizzo di motori diesel; un additivo composto da una soluzione acquosa di urea al 32,5% ad elevata purezza capace di trasformare gli ossidi di azoto in azoto e acqua sotto forma elementare gassosa. E’ un prodotto sintetico, incolore ed inodore. Non è pericoloso non essendo né infiammabile, né tantomeno tossico.
E’ utilizzato esclusivamente sui motori diesel e serve a ridurre le emissioni degli ossidi di azoto dai gas di scarico, con l’obiettivo di ridurle del 90%. L’AdBlue permette di azzerare i Nox (insieme di due dei più importanti ossidi di azoto) tramite un dispositivo di post-trattamento dei gas di scarico, trasportato all’interno di serbatoi dedicati che si trovano solitamente vicino al serbatoio del carburante. Il suo utilizzo è obbligatorio, ed è venduto praticamente ovunque.
Si può trovare all’interno delle stazioni di servizio, ma anche presso concessionari, negozi di ferramenta, garage e sul web. Il suo costo può arrivare a due euro al litro nelle rispettive stazioni di rifornimento, ma aumenta notevolmente online: tra i 10 e i 16 euro. Come utilizzarlo? Munirsi di acqua demineralizzata – non del rubinetto – mescolarla con l’additivo in questione e versare il tutto nel serbatoio dedicato (non quello del gasolio). Fatto ciò, conservare AdBlue e kit di rifornimento al riparo da polevere e sporcizia a temperature inferiori ai 30 gradi.
AdBlue, non fate mai questo trucco: rischiate grosso
L’AdBlue può essere escluso dall’interno di un mezzo alimentato a diesel, come mostra un video divenuto virale su Tik Tok. Nel filmato diventato virale, si spiega che si può fare dal punto di vista della centralina, annullando infatti l’utilità dell’impianto AdBlue. Il serbatoio rimane vuoto e la centralina principale smette di funzionare, come se fosse ‘scollegata’ dal congegno anti-inquinamento.
La macchina può andare così senza AdBlue, risparmiando un po’ di soldi. piccolo problema, però: non è minimamente legale. La sua disattivazione non è minimamente permessa. Ricordiamo infatti che il motivo che ha portato alla realizzazione di tale additivo è legata al caso Diesel Gate. Tale modifica dovrebbe essere apportata solamente ai veicoli da esportazione, e puramente per scopi di messa a punto.
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O, comunque, per quanto concerne la proprietà privata di un individuo, non certamente per un normale utilizzo su strada. Se farete una mossa del genere, state certi che la legge non vi perdona: scordatevi l’utilizzo del veicolo. E, inoltre, si rischia anche di perdere la copertura assicurativa.
L’articolo 78 del Codice della Strada dice chiaramente che non si possono modificare le caratteristiche tecniche del mezzo senza riportarlo sulla carta di circolazione. La multa prevista ammonta ad oltre 400 euro, e prevedere anche il ritiro della carta di circolazione; quest’ultima viene restituita solamente quando l’automobile di riferimento viene riprotata alle sue condizioni originali. Per essere certi che ciò accada, addirittura la Motorizzazione riceve una segnalazione dopo il ritiro del veicolo, così da accertarsi che l’ex conducente sottoponga l’auto ad una revisione straordinaria, facendo tornare così tutto in regola.