Prezzo benzina, il governo ha deciso: ci sarà un nuovo obbligo, multe salatissime per chi non lo rispetta. Buone notizie per gli italiani
Il mese di gennaio, tra aumenti incondizionati e scioperi delle pompe è stato un disastro per gli automobilisti italiani. Ora però arriva finalmente una notizia positiva sul prezzo della benzina che cambierà il corso delle cose.
Con 174 sì e 107 no dopo il voto di fiducia chiesto dal governo è passato il decreto carburanti che certifica novità importanti. Quella più evidente è l’obbligo da parte degli esercenti di esporre il prezzo medio dei carburanti sulla rete non autostradale per i distributori presenti in quell’area. Invece i distributori sulle autostrade dovranno esporre allo stesso modo in modo chiaro il prezzo medio autostradale. E ancora, il ministero per il made in Italy dovrà seguire la nascita di una App che permetta agli automobilisti di conoscere in tempo reale i prezzi medi sul territorio.
Nel decreto sono presenti anche le sanzioni applicate agli esercenti che non riportino ogni settimana i dati al ministero. Prevista una multa da 200 euro a 2.000 euro in caso di violazione degli obblighi di indicazione del prezzo medio regionale e della mancata comunicazione dei prezzi al Ministero. Ma per la sospensione dall’attività serviranno 4 violazioni anche non consecutive in 60 giorni, mentre ora sono 3.
Un altro passaggio importante è legato alle accise. Il governo non torna indietro sul loro ripristino ma è disponibile a rivedere il meccanismo della ‘accisa mobile‘. Un principio che porta a ridurre le imposte sulla benzina in maniera proporzionale all’aumento dei prezzi.
In pratica quando il prezzo del petrolio sale, lo Stato incassa comunque più soldi dalle accise e può decidere di investire queste risorse in più per abbassare l’imposizione fiscale. Un meccanismo già previsto nella Finanziaria 2008 quando il prezzo del petrolio era lievitato.
Lo strumento era stato introdotto dal secondo governo Prodi II e ora è stato citato anche dal ministro Giorgetti in Senato. “Il governo potrà valutare una manutenzione e l’aggiornamento della disciplina introdotta dall’articolo 1, commi 290 e 291 della legge 244 del 2007”.
In pratica si stabilisce con un decreto del Ministro dell’economia ogni tre mesi cosa fare con le accise sui carburanti. “Sono diminuite al fine di compensare le maggiori entrate dell’imposta sul valore aggiunto derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio”, si legge nell’articolo.
Intanto comunque nella seconda metà di febbraio cominciamo a intravedersi segnali per un ritorno dei prezzi dei carburanti ai livelli che avevano preceduto il conflitto cominciato un anno fa tra Russia e Ucraina. La settimana si è aperta con quotazioni del petrolio relativamente basse: il Brent è a 84 dollari al barile e il Wti a 77. La scorsa estate invece entrambi i valori superavano abbondantemente i 100 dollari.
Le medie dei prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di martedì febbraio su circa 18mila impiant, parlano chiaro. La benzina verde self service è ferma a 1,864 euro/litro (compagnie 1,866 e pompe bianche 1,859) e il gasolio a 1,840 euro/litro (compagnie 1,844, pompe bianche 1,833).
Ancora, il Gpl servito è invariato a 0,808 euro/litro (compagnie 0,811, pompe bianche 0,804), mentre il metano servito viaggia a 1,936 euro/kg (compagnie 1,935, pompe bianche 1,936) e infine il Gnl 1,785 euro/kg (compagnie 1,815 euro/kg, pompe bianche 1,763 euro/kg).
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