Michael Schumacher e i suoi rivali in F1, uno di questi dopo il ritiro ha cambiato totalmente vita. Nessuno crede a cosa fa oggi.
La Formula 1 ‘ha raccontato’ tantissime storie. Storie fatte di rivalità, di amicizie, di piloti e monoposto. Macchine in grado di far sognare tifosi e appassionati. E ci sono uomini che hanno letteralmente segnato un epoca, entrati di diritto nelle leggenda della classe regina del motor sport. Tra questi uno dei più famosi e amati è senza alcun dubbio Michael Schumacher.
Il pilota tedesco è stato uno dei più grandi, senza fare alcun paragone. I suoi numeri e tutto quello che ha ottenuto, soprattutto con la Ferrari, però gli hanno regalato uno posto d’onore nella storia del mondo delle corse su quattro ruote. Tanti anche i suoi rivali: Damon Hill o Jacques Villeneuve. E poi probabilmente il più grande di tutti, sotto questo punto di vista: Mika Hakkinen.
Tra questi c’è anche un altro tedesco, che alla fine degli anni novanta si era fatto notare. Nonostante fosse alla guida di monoposto meno competitive rispetto alla Rossa: Heinz–Harald Frentzen. In carriera ha vinto tre Gran Premi, ma avrebbe sicuramente meritato di più, questione di macchine. Ma quelli erano anni caratterizzati da piloti fortissimi, la concorrenza quindi non mancava.
Nato a Mönchengladbach, il debutto per Frentzen in F1 arriva nel 1994 con la Sauber–Mercedes, mentre Schumacher era alla guida della Benetton. Quello fu un campionato del Mondo che tuttora ricordano tutti, caratterizzato dai terribili incidenti di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, tutti e due a Imola. Così come perse la vita a Monaco, anche il suo compagno di squadra: Karl Wendlinger.
Il pilota tedesco chiuso quell’annata con 7 punti in classifica, al tredicesimo posto nella classifica piloti. Non male per un debuttante. Ma cosa fa oggi, dopo il ritiro, Heinz–Harald Frentzen? Il tedesco ha dato l’addio alla Formula 1 nel 2003, ma in certo senso non ha abbandonato le macchine, l’ha spiegato lui stesso.
“Nicole, mia sorella, ha ereditato l’azienda di famiglia di nostro padre. Oggi sono io a guidare il carro funebre. Non è una novità perché anche quando ero in Formula 1 mi era capitato di dare una mano a mio padre e ora faccio la stessa cosa con mia sorella“.
Un lavoro quantomeno curioso. Autista ufficiale dell’agenzia di pompe funebri di famiglia. Sicuramente nessuno poteva aspettarsi questo epilogo, eppure a Frentzen non sembra pesare minimamente questa cosa. Sintomo di umiltà dopo tanti sulla cresta dell’onda, alla guida di bolidi sulle piste di tutto il mondo.
Il punto più alto della sua carriera è stato nel 1997 quando la Williams–Renault lo scelse come secondo pilota, dato che Frank Williams decise di licenziare Damon Hill per questioni di soldi e affidare la prima guida della sua macchina, la più forte di quegli anni, al giovane Jacques Villeneuve.
Un’unica vittoria con il team britannico, alla quarta gara del campionato, ad Imola nel Gran Premio di San Marino. Fondamentale però per la vittoria finale del campionato di Villeneuve su Schumacher e per la vittoria anche nella classifica costruttori di F1. Nel 1999 cambia di nuovo team, passa alla Jordan Mugen Honda. Non più secondo ma primo pilota e vince due GP: A Monza e in Francia. Poi il ritorno alla Sauber e infine come detto il ritiro nel 2003.
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