Se produrre un’automobile volante in serie sembra utopia forse non conoscete l’Aerocar, un modello che anni fa costituì la vera e propria vettura volante sognata da Henry Ford: funzionava davvero, ecco in che modo.
Una volta, il pioniere della storia Henry Ford disse questa frase: “Può sembrare assurdo, ma un giorno, il mondo delle automobili e degli aeroplani si uniranno e le auto voleranno”. Forse l’imprenditore che inventò la Ford T si è sbagliato clamorosamente o era in anticipo sui tempi di troppi anni? Nemmeno per idea. Ecco la storia della prima vera automobile volante costruita in serie e venduta sul mercato civile.
Sognare in grande
Se la storia della tecnologia umana recente ci ha insegnato qualcosa, è che alla nostra specie piacerebbe molto poter fare una cosa che animali come uccelli, insetti ed alcuni mammiferi fanno regolarmente e senza nemmeno pensarci. Volare. Il volo è forse l’unica cosa che manca all’essere umano per completare la propria evoluzione iniziata centinaia di migliaia di anni fa.
In un certo senso, a volare ci siamo riusciti davvero: oggi abbiamo aeroplani, elicotteri e quant’altro anche se una cosa rimane ancora utopica ovvero la possibilità di farlo regolarmente e a piacere. In parole povere, all’uomo mancano le automobili volanti. Si, l’unico mezzo che permetterebbe all’uomo comune di alzarsi in volo ogni volta che vuole, magari evitando pure il traffico. Sapete che qualcosa del genere esiste già vero?
L’auto volante
Di fatto, l’automobile volante prevista da Henry Ford nel 1940 arrivò sul serio pochi anni dopo questa predizione: nel 1949, appena una decina di anni dopo che il pioniere della produzione in serie aveva pronunciato queste parole, un inventore americano riuscì a far alzare da terra per la prima volta la primissima vettura volante funzionante e sicura che si fosse mai vista sul pianeta.
Il nome di questa vettura era Aerocar ed il suo inventore Moulton Taylor è passato alla storia come il primo uomo a creare un’automobile volante, anche se pochi lo ricordano ad oggi. Essendo ingegnere aeronautico di professione, Taylor si incaponì con l’idea di creare una vettura capace di spostarsi sia sulla terraferma che in cielo fino a riuscirci e a produrre diversi esemplari del mezzo che purtroppo, non ebbe il successo sperato.
Ali spezzate
La piccola Aerocar realizzata da Taylor e dal suo team che includeva diversi esperti di aeronautica venne sperimentata a lungo finché non completò il suo primo volo in modo sicuro e preciso: certo, il mezzo era costoso e non era una grandissima vettura ne un aeroplano eccellente, ma poteva asservire ad entrambi i ruoli senza problemi a patto che il pilota fosse ovviamente capace di far atterrare e decollare il veicolo in modo corretto.
La Aerocar portava in un rimorchio le ali ed il propulsore aeronautico smontati e all’occorrenza, il pilota poteva assemblare rapidamente il tutto connettendo trasmissione e organi meccanici della vettura con il motore aeronautico Lycoming O-320, un piccolo propulsore molto utilizzato sui superleggeri dell’epoca. in volo, il mezzo superava i 170 chilometri orari mentre a terra, andava sotto i cento.
Il costo vertiginoso della Aerocar sia sul mercato che per produrre gli esemplari ed il fatto che Taylor ed i suoi non riuscirono mai ad arrivare ai 500 ordini necessari per ottenere i finanziamenti dagli investitori condannarono il progetto al fallimento dopo appena sei esemplari – da notare bene tutti funzionanti – costruiti in tutto. Ad oggi, una Aerocar originale può valere oltre 2 milioni di Euro nonostante il suo fiasco sul mercato. Ma in futuro, ne siamo sicuri, le cose cambieranno e le auto voleranno davvero!