La Corte Costituzionale si è espressa sulla questione multe autovelox con una sentenza che cambia tutto: adesso in questi casi potete non pagarle.
I limiti di velocità sui tracciati stradali si trovano sul codice della strada e sono stati imposti in considerazione dei possibili rischi che una condotta di guida pericolosa può causare in base alla zona in cui ci si trova. Appare evidente che in strade urbane la velocità debba essere più moderata, sia per la contemporanea presenza di più veicoli, sia perché quel tratto stradale prevede la presenza di pedoni e di attraversamenti pedonali. Va tutelata dunque, non solo la sicurezza degli automobilisti ma anche quella dei pedoni.
Non a caso in strade extraurbane, primarie e secondarie e in autostrada i limiti di velocità sono sensibilmente più alti. Gli autovelox, strumenti adibiti al controllo della velocità dei veicoli in marcia, hanno lo scopo – secondo il codice della strada – di avvertire l’automobilista del imminente controllo della velocità e dunque di consentirgli di adattare il proprio stile di guida alla circostanza o di renderlo vigile sul proprio comportamento stradale. In teoria dunque gli autovelox non sono uno strumento di punizione bensì un’ulteriore tutela nei confronti degli automobilisti stessi.
La sentenza del tribunale di Reggio Emilia
La premessa ci serve per capire sia la sentenza del tribunale di primo e di secondo grado che quella della Corte Costituzionale in merito ad una causa per una multa effettuata con autovelox mobile. Un guidatore è stato multato nel Comune di Reggio Emilia dopo che la polizia, tramite Scout Speed (un dispositivo in dotazione alle vetture delle Forze dell’Ordine), ha constatato che in strada urbana viaggiava ad una velocità di 98 Km/h, dove il limite era chiaramente di 50 Km/h. L’automobilista ha impugnato la multa poiché l’autovelox non era stato oppurtamente segnalato.
In tribunale i giudici del primo e del secondo grado hanno dato ragione all’automobilista, ricordando che il codice della strada prevede che gli autovelox siano opportunamente segnalati e visibili per consentire al guidatore di assumere un comportamento responsabile. Dopo le due sentenze, l’Unione dei Comuni della Pianura reggiana ha presentato ricorso alla Cassazione, chiedendo che la multa fosse considerata legittima esecuzione di un decreto amministrativo che consente di sanzionare gli automobilisti che violano i limiti anche quando l’autovelox mobile non viene segnalato.
La decisione della Cassazione: ecco quando potete contestare le multe autovelox
Dopo aver esaminato il caso, gli ermellini hanno ritenuto legittima la decisione presa dai tribunali di primo e secondo grado. Questo perché il decreto in questione va espressamente contro le regole fissate dal codice della strada in materia di autovelox, il quale: “Contempla tale obbligo per tutte le postazioni presenti sulla rete stradale dedicate a siffatti controlli, rimettendo al decreto ministeriale la mera individuazione delle relative modalità attuative”.
La Corte Costituzionale contesta anche l’impossibilità di segnalare opportunamente il rilevamento della velocità in questi casi sostenuta dai legali dell’Unione dei Comuni della Pianura reggiana. In quanto anche se la rilevazione della velocità viene effettuata in movimento e dall’interno delle auto della Polizia, è possibile segnalarlo agli automobilisti tramite messaggi luminosi con su scritto “Controllo velocità” o “Rilevamento velocità”.
Ritenendo opportuna la delibera dei tribunali, la Corte Suprema ha stabilito che le spese processuali saranno a carico dell’Unione dei Comuni della Pianura reggiana e che ovviamente la multa non dovrà essere pagata. Si tratta di una sentenza importante, poiché offre un precedente giuridico in caso di impugnazione delle multe autovelox quando questi strumenti di rilevazione non vengono opportunamente segnalati.