Una di quelle domande a cui non pensavamo di dover trovare una risposta. Ma lo abbiamo fatto: vi presentiamo una delle Mini piĂ¹ potenti che si siano mai viste, e pensare che monta il motore di una due ruote.
A volte gli esperimenti piĂ¹ assurdi sono quelli con il risultato piĂ¹ suggestivo: questa piccola utilitaria è diventata a tutti gli effetti una vettura che mai ci saremmo aspettati di vedere in strada. Tutto sta nel segreto dietro la sua costruzione che include niente poco di meno che la motocicletta prodotta in serie piĂ¹ veloce del mondo: vediamo cosa hanno combinato gli ingegneri per renderla un piccolo diavoletto.
Il meglio di due mondi
Automobilisti e motociclisti possono rivaleggiare in certi casi ma in fin dei conti, condividono piĂ¹ o meno la stessa passione. Motori, velocitĂ , mezzi costruiti per sfidare la fisica…in un caso come questo si possono davvero mettere tutti d’accordo grazie ad una combinazione di fattori che dĂ un risultato a dir poco incredibile. Vediamo chi sono le protagoniste di questo scambio di componenti che ha dato vita ad un’automobile davvero da aver paura.
In un angolo troviamo lei, l’utilitaria piĂ¹ piccola e celebre della Gran Bretagna la Austin Mini: costruita in milioni di esemplari dagli anni cinquanta al duemila prima che i diritti per la produzione dell’auto venissero rilevati dalla casa omonima di proprietĂ della BMW la celebre vettura ha un difettuccio: la mancanza di brio, salvo che sui modelli speciali come quello iscritto a diverse competizioni di rally. Problemino che lei, la seconda cifra dell’equazione, non ha di certo.
La piĂ¹ rapida
Con un nome come falco pellegrino nella lingua d’origine la Suzuki Hayabusa introdotta alle porte del 2000 è una delle motociclette piĂ¹ veloci che si siano mai viste nonchĂ© la piĂ¹ veloce del mondo mai prodotta in serie per il mercato civile prima che il gentleman agreement ne limitasse per correttezza la velocitĂ a 300 chilometri orari.
Il segreto della potenza della motocicletta o meglio, uno degli espedienti che l’ha resa così veloce, è il suo motore a ben quattro cilindri, una prerogativa quasi esclusivamente giapponese. Proprio gli ingegneri nipponici infatti hanno intuito per primi il potenziale di questo tipo di motore in cui si sono specializzati. In questo caso perĂ² il tipico propulsore della motocicletta sportiva ha finito per dare vita ad una grandissima vettura artigianale.
Molto piĂ¹ cattiva
A realizzare questo singolare esperimento che ha come protagonista una Austin Mini ed una Suzuki Hayabusa sono stati i meccanici della Vetech, ditta specializzata in tuning del Derbyshire in Gran Bretagna. Con una serie di modifiche importanti agli organi meccanici della vettura, la piccola e timida Mini si è trasformata in una vera belva grazie al propulsore della potente due ruote da corsa.
All’utilitaria sono state montate una trasmissione sequenziale Suzuki con organi Geartronics abbinata al cambio della vettura che ha il controllo di un propulsore da oltre 300 cavalli! Inutile dire che anche la struttura della vettura ha subito modifiche, guardate ad esempio quegli pneumatici modificati ed allargati per aumentare la tenuta di strada e fare fronte alla potenza aumentata del mezzo.
Rimane solo da chiedersi se il nome adatto per la vettura sia Minibusa o Hayamini: in entrambi i casi, abbiamo a che fare con un bolide mica male che avrĂ sicuramente qualcosa da dire nelle gare di Hill Climb o negli eventi Time Attack in cui la velocitĂ conta piĂ¹ di ogni altra cosa. La parte piĂ¹ assurda è che modifiche di questo tipo sono molto frequenti nel mondo, guardate ad esempio questo video in cui una vettura simile si espone alle telecamere. Si vede che il motore performa molto bene sulla Mini.