Esiste la citycar più brutta di tutti i tempi? Decisamente sì e i dubbi a riguardo sono davvero pochi se non inesistenti. Guardare per credere.
Ci sono automobili entrate di diritto nell’immaginario collettivo. Macchine bellissime, che hanno letteralmente lasciato la loro impronta. Segnato un’epoca, questione di stile e bellezza, oppure di vittorie legate al mondo del Motor Sport e che di conseguenza poi sono state un grande successo di vendite. Di esempi se ne possono citare davvero tantissimi.
Poi però ci sono quelle vetture, che sì sono entrate di diritto nella storia delle ‘quattro ruote’, ma il motivo è meno nobile, ed è da ricollegarsi alla loro bruttezza. Un aspetto talmente improbabile da essere un unicum nella storia dell’automobile e in alcuni casi non hanno nemmeno varcato i confini del paese di produzione e non potrebbe essere altrimenti.
E questa è la storia della Reliant Robin. Partiamo da un dato di fato ineluttabile, lo stile particolarissimo di questo modello è distante anni luce da quello che siamo ed eravamo abituati a vedere nel nostro paese, se si parla di automobili. Un incrocio tra macchina e una barca e una moto. Difficili da spiegare, per fortuna ci sono le foto che danno una mano. Solo a parole si corre il rischio di non essere creduti.
Oltre ad essere la più brutta vettura di sempre vanta anche un altro record. La Reliant Robin è anche la macchina meno sicura al mondo. Non male come doppietta. Tre e non quattro le ruote su cui poggia e questo è il motivo di tanta instabilità. E un pochino viene da chiedersi che cosa passò nella mente di chi la progettò e la produsse per la prima volta nel 1973. Eppure ha anche qualche ‘punto di vanto’, come i benefici economici nel Regno Unito per chi l’acquistava. Infatti, poteva essere immatricolata come un motociclo.
Brutta lo abbiamo detto, ma quello che abbiamo omesso finora riguarda le dimensioni. Stiamo parlando di una macchia piccola. È stata proposta sul mercato per 30anni e no, non è uno scherzo. Diverse le versioni: Mk1, Mk2 e Mk3. Realizzata in fibra di vetro e dalla Prodotta dalla Reliant Motor Company di Tamworth. Le prime versioni erano spinte da un motore da 750 cc.
Il 1975, invece, è l’anno di aggiornamenti e migliorie come il motore più potente da 850 cc. Eppure questa macchina negli anni 70 godeva anche di una certa popolarità, grazie al lavoro di Ogle Design e un prezzo adatto a tutte le tasche, inoltre poteva spingersi fino 137 km/h, per i più temerari. A tutto questo si aggiunse la crisi del carburante di quegli anni e i consumi ridotti della ‘Pettirosso Affidabile’, furono un incredibile incentivo per l’acquisto di questa improbabile vettura.
L’ultimo modello risale al 1982. Stili, mode e design cambiarono inevitabilmente dopo un decennio. La Robin non era rimasta al passo con i tempi, ma nonostante tutto furono prodotte delle edizioni limitate, che oggi farebbero gola a qualche collezionista. Stiamo parlando delle serie GBS e Jubilee. Non andò meglio nemmeno a chi la sostituì sui listini: la Reliant Rialto.
Nel 1989 però il clamoroso ritorno. La Reliant produsse una Robin Mk2 tutta nuova, sempre in fibra di vetro e dotata di portellone. Alla quale si aggiunse una versione station wagon e un furgone. Insomma un’intera gamma per dare l’assalto al mercato. Ma non finisce qui, perché vennero date in dotazioni ruote più gradi, da 12’’ e freni migliorati rispetto all’originale. Interni nuovi e con finiture e quadranti. Brutta è brutta, le foto possono testimoniarlo, ma indubbiamente stiamo parlando di una macchina unica nel suo genere e probabilmente irripetibile.
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