Tornerà sui listini la Fiat Multipla? È la domanda che si fanno in tanti dopo aver visto il modello futuristico della monovolume.
Una macchina venuta dal futuro. Linee ‘mai viste prima’, un’idea rivoluzionaria, in anticipo sui tempi, ma che non piacque a tutti. Eppure la Fiat Multipla è diventata un’ icona di stile. E a conferma di ciò si può aggiungere che nel 1999 la monovolume della casa torinese venne esposta al MoMA di New York. All’interno della mostra “Different Roads”.
Due versioni. La prima uscita nel 1999 e prodotta fino al 2003. Quella sicuramente più curiosa. Poi il secondo modello, dal 2004 al 2010, con linee sicuramente più vicine allo standard Fiat. “Esempio delle nuove tendenze della motorizzazione di massa” sempre citare il celebre Museo di Arte Moderna, della capitale statunitense.
La Fiat Multipla torna a ‘nuova vita’, grazie all’architetto D’Amico
Non il successo che si aspettava Fiat, macchina per pochi ‘amanti’ del genere. Tre i posti davanti, altrettanti dietro. Pratica, in pieno stile Fiat, e differente rispetto a tutte gli altri veicoli in commercio. La Multipla era una sorta di esperimento, figlio dei tempi, tra la fine del secolo scorso e quello attuale. Audace e particolare soprattutto la prima versione, quella con ‘lo scalino’ sulla parte anteriore della carrozzeria.
Tommaso D’Amico, dopo aver realizzato il rendering della Campagnola, ‘ha messo le mani’ anche sulla Multipla. Partendo dalla versione del 2004, attualizzandola a linee e canoni estetici attuali. Un restyling a tutto tondo, condiviso poi via social dall’architetto abruzzese. Così come è stato per altre sue creazioni.
In prims però, è stato eliminato uno dei tratti distintivi della Multipla. Niente ‘scalino’ sotto il parabrezza, la calandra è quella del nuovo Doblò. Fari posteriori led e maniglie a scomparsa sulle fiancate, qualcosa di simile a tante altre vetture oggi in commercio. Specchietti retrovisori esterni sportivi.
Sono rimasti, invece, i tre posti anteriori, così come le proporzioni della Multipla: molto larga rispetto alla lunghezza. I sei posti, divisi ‘3 +3’, sono un tratto distintivo della monovolume dei primi anni del 2000. E non potevano essere ‘toccati’. Anche in questo caso D’Amico, per far accomodare il passeggero centrale, ha optato per una plancia sospesa.
Monovolume, lasciano il passo a Suv e crossover. Ma Stellantis ci penserà?
Assente, invece, il cambio. Come per la maggior parte nuovi modelli del gruppo Stellantis, infatti, è stato immaginato il selettore della trasmissione. Stessa scelta presente sull’E-Doblò. Il risultato è ovviamente quello di una vettura molto più vicina ai canoni attuali, rispetto alla vecchia Fiat Multipla. E non potrebbe essere altrimenti.
Resta in sospeso il giudizio proprio della casa madre, a cui ovviamente non sarà sfuggito ‘il prototipo’. Soprattutto in un momento come quello attuale dove la maggior parte delle vetture sui listini si somigliano, palesando una mancanza di originalità. Inoltre la maggior parte delle monovolume sono state sostituite da Suv e crossover. Un passaggio di testimone, in tutto e per tutto, figlio del mercato e delle richieste degli automobilisti. Resta la domanda, se la multinazionale olandese prenderà, o meno, in considerazione quest’idea.
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