Già dai primi giorni dell’anno, abbiamo assistito ai rincari. Ma adesso la situazione sembra davvero essere sfuggita di mano e quindi fuori controllo
Ormai tre anni di pandemia. Uniti a crisi energetica e, dal febbraio 2022, anche alla guerra in Ucraina. Tutto ciò non può non comportare gravi ripercussioni anche sull’economia. Già negli scorsi mesi avevamo conosciuto, purtroppo, i drammatici rincari sul costo di diesel e benzina. Ora siamo alla situazione di circa 10 mesi fa. Anzi, forse anche peggio.
Più o meno tra marzo e aprile del 2022, infatti, l’Europa e il mondo avevano conosciuto una lunga e indiscriminata serie di aumenti per effettuare il rifornimento di diesel e benzina. Una vera e propria mazzata per cittadini e automobilisti. Sappiamo bene, infatti, che milioni di italiani usano il proprio mezzo per lavorare.
Peraltro, questi aumenti hanno avuto, a cascata, ripercussioni anche su una quantità molto ampia di prodotti e beni. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che, nel nostro Paese, la maggior parte del trasporto merci è su gomma. Per cui, il meccanismo è semplice. Se aumenta il costo del carburante, aumenterà, inevitabilmente, anche quello di derrate alimentari e altri beni e prodotti.
Per tutto il 2022, gli italiani avevano potuto respirare. L’allora Governo presieduto da Mario Draghi, infatti, aveva disposto il taglio delle accise, che aveva riportato il costo di diesel e benzina a prezzi accettabili (ma, comunque, più alti rispetto al passato). Il nuovo Governo di centrodestra, presieduto da Giorgia Meloni, non ha fin qui inteso prorogare quella misura.
Carburante: prezzi alle stelle
E così, già dall’1 gennaio sono iniziati i rincari. Nessuno, però, immaginava che i prezzi di benzina e gasolio potessero arrivare a salire così tanto. Ma in questi primi dieci giorni del 2023 la situazione sembra essere davvero sfuggita di mano, come denuncia il Codacons. Ma non solo, anche Assoutenti è sul piede di guerra.
Praticamente in tutta Italia, il costo del carburante ha già sfondato la soglia psicologica dei due euro al litro. Le associazioni che tutelano i consumatori, infatti, hanno stilato una mappa dei luoghi dove la benzina costa di più. Qualche esempio fornito dalle associazioni: sull’isola di Vulcano il gasolio costa 2,349 euro al litro in modalità servito, 2,239 euro/litro la benzina. Mentre a La Maddalena, in Sardegna, la benzina va a 2,087 euro al litro, 2,229 euro il gasolio. Prezzi simili a Ischia, in Campania, dove per un litro di benzina si deve pagare oggi 2,054 euro, mentre il diesel è ancora più su, a 2,104 euro.
Ma, a preoccupare, sono soprattutto i prezzi praticati in autostrada. Proprio quelle autostrade percorse dai tanti tir e camion che trasportano alimenti e beni di prima necessità. Lì il gasolio viaggia verso 2,5 euro al litro, assestandosi, per il momento, a 2,479 euro al litro. Sempre secondo i dati forniti dalle associazioni, in modalità servito la benzina arriva a costare 2,392 euro/litro sulla A1 Roma-Milano. Sulla Autostrada A4 Brescia-Padova benzina a 2,384 euro/litro, diesel 2,449 euro/litro.
Secondo i rilevamenti riguardanti le imposte sul carburante, l’Italia occuperebbe il primo posto in classifica per la tassazione sul gasolio, con ben 0,958 euro di tasse su ogni litro di diesel. Rispetto alla media europea, gli italiani pagano un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, +24,2 centesimi il gasolio. “Il confronto europeo dimostra come gli automobilisti italiani paghino lo scotto di una tassazione abnorme che porta i listini alla pompa ai livelli più alti d’Europa” afferma il presidente di Assotutenti, Furio Truzzi.