La strategia di Valentino Rossi raccontata da chi lo ha conosciuto molto bene. Si torna dunque a discutere delle qualità e delle mosse dentro e fuori dalle piste dello storico campione italiano.
Una carriera lunga, ma soprattutto piena di vittorie. Valentino Rossi è stato l’unico pilota di motociclismo nella storia a trionfare come campione del mondo in quattro categorie diverse.
Rossi si è imposto nella classe 125, nella 250, nella 500 e anche nell’innovativa MotoGP. Insomma, un vero e proprio exploit totale da parte del Dottore, che resterà nella storia come uno dei piloti più forti in circolazione.
In questi giorni si torna a parlare delle strategie e dei mezzi che Valentino Rossi avrebbe utilizzato nella sua lunghissima carriera per vincere e sbaragliare spesso e volentieri i suoi avversari diretti su due ruote.
A farlo è stato un vecchio conoscitore di Rossi, un altro personaggio che in MotoGP ha avuto grandi riconoscimenti. Ovvero Ramon Forcada, storico capotecnico ritiratosi dal mondo delle corse professionistiche proprio nel 2022.
Forcada e le guerre mentali di Valentino Rossi
Forcada, storico capotecnico di piloti come Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo, è tornato a parlare di Valentino Rossi che in pista è sempre stato un rivale dei suoi seguaci.
Rossi, a detta dell’ingegnere, avrebbe utilizzato una sorta di strategia e meccanismo psicologico per poter avere la meglio: “Valentino era un esperto di guerra psicologica, finché non ha trovato piloti più furbi di lui. Rossi è stato lo stratega numero uno e abbiamo visto quanti ne ha distrutti mentalmente durante la sua carriera“.
Una vera e propria guerra imbastita da Valentino Rossi, che sia fuori che dentro la pista è riuscito a mettere seriamente in difficoltà i suoi rivali storici, a cominciare da Max Biaggi, Sete Gibernau e Casey Stoner.
Proprio quest’ultimo, sempre secondo le recenti dichiarazioni di Forcada, è stato il migliore a livello di talento e velocità immediate: “Il più veloce di tutti è stato Casey Stoner. Faceva segnare i tempi migliori al terzo giro su circuiti che non conosceva. Alcuni sono subito velocissimi perché sono già naturalmente pronti, altri che hanno bisogno di avere tutto per essere veloci. Ci sono piloti che lavorano, sanno cosa fanno e che quando tutto andrà bene arriverà il momento. E altri che riescono facilmente ad andare forte dall’inizio”.