Sui social network prendeva in giro gli attivisti contro il riscaldamento climatico postando fotografie con supercar, vantandosi delle alte emissioni delle vetture. Andrew Tate, noto volto dei social network, è finito nei guai con la legge.
Il karma non perdona e bisognerebbe pensarci due volte prima di scrivere qualcosa dove milioni di persone possono leggere, salvare e condividere il tuo pensiero magari scritto in un impeto di rabbia durato solo un attimo. Avrà tempo per pensare a questo mentre attende il processo Andrew Tate, uno dei più famosi influencer e “Life Coach” che il web abbia conosciuto che è finito nei guai dopo uno scambio di opinioni acceso con la attivista Greta Thunberg.
Subito dopo la discussione tra anti vax e scienziati che cercano di convincere i pochi scettici rimasti al mondo che i vaccini sono a tutti gli effetti sicuri e necessari per il bene della popolazione, il duro scontro tra negazionsiti del cambiamento climatico ed attivisti che chiedono misure urgenti per invertire un processo devastante che sta mandando in malora il pianeta è sicuramente il più famoso sui social network dove entrambe le fazioni non se le mandano certo a dire.
Mercoledì abbiamo assistito a quello che è probabilmente il picco più alto – in senso mediatico – che questa discussione abbia mai toccato: protagonisti, l’influencer ed auto proclamato Life coach Andrew Tate che sul web è stato praticamente bannato ovunque – meno che su Twitter – e la famosa Greta Thunberg, la bambina che è diventata un po’ il simbolo degli attivisti contro il riscaldamento climatico. La situazione si è presto fatta tesa ed ha avuto un epilogo imprevisto ed imbarazzante.
Senza apparentemente nessuna ragione, Tate avrebbe deciso un paio di giorni fa di prendere in giro Greta Thunberg con un post su Twitter in cui l’ex campione di kickboxing ed influencer si sarebbe vantato del suo parco auto. O meglio, non delle auto in se che non avrebbe certo costituito un problema, ma delle emissioni nocive dei motori delle stesse: “Ciao Greta, questa è la mia Bugatti con motore W16, ho anche due Ferrari con motore turbo, perchè non mi dai la mail così ti invio la lista completa delle mie 33 auto e di quanto inquinano?”, il contenuto del post.
L’attivista ovviamente non è rimasta in silenzio ed ha risposto in modo provocatorio: “Come no, mandami la lista a smalldickenergy@getalife.com”, letteralmente, “Atteggiamenti da pene piccolo punto fatti una vita”. C’è da dire che la traduzione letterale è molto diversa da quella in slang secondo cui la battuta non voleva effettivamente mettere in dubbio le “dimensioni” di Tate ma prenderlo in giro per aver coperto la sua insicurezza con auto e soldi. Ma poco importa perché non è finita qui.
Anche se non poteva immaginarlo, Tate ha segnato la sua condanna scrivendo quel post. Letteralmente. Secondo la stampa americana infatti il Tweet rivolto a Greta Thunberg ed un altro in cui l’influencer si gode una pizza da asporto in casa sua ironizzando sull’accaduto hanno permesso alla polizia di rintracciare il suo indirizzo ip – secondo altri proprio il cartone della pizza avrebbe rivelato la sua posizione ma non ci sono conferme – e di bussare alla sua porta.
Ma davvero Tate è stato arrestato solo per aver insultato la Thunberg? Naturalmente, no. Le autorità hanno bussato alla porta dell’uomo e di suo fratello Tristan per un caso di traffico di esseri umani condotto in Romania, paese europeo dove i due vivono. A quanto pare, almeno secondo le accuse delle autorità romene, Tate non avrebbe acquistato le sue tanto sbandierate supercar solo con i suoi guadagni illeciti…ma anche importando ragazze come fossero oggetti proprio dal paese.
Dal canto suo, l’uomo si è difeso sostenendo che le ragazze coinvolte nel caso erano tutte consenzienti ed informate su quale tipo di attività avrebbero svolto una volta uscite dalla Romania ma gli agenti non sono d’accordo. Noi nel frattempo possiamo imparare una lezione importante: non c’è nulla di male nel guidare una supercar. Vantarsi di avere un’auto da un milione? Può essere di cattivo gusto ma ognuno fa ciò che vuole. Ma vantarsi di inquinare quando si è ricercati dalla polizia? Che ideona…
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